Incidenti stradali: i dati ACI-ISTAT e le statistiche europee.
Dati, statistiche e tendenze in merito a incidenti, morti e feriti su strada in Italia ed in Europa negli ultimi anni.
Dati, statistiche e tendenze in merito a incidenti, morti e feriti su strada in Italia ed in Europa negli ultimi anni.
Gli ultimi dati diffusi da INAIL relativi agli infortuni sul lavoro (anno 2020) mostrano una diminuzione del numero di Infortuni sul lavoro, ma va considerato che il 2020 è stato l’anno del Covid.
Resta comunque un fatto: la prima causa di morte sul lavoro è sempre data dagli incidenti stradali.
“Vision Zero” è una espressione che non indica un sistema organizzativo o un dispositivo fisico per la sicurezza stradale, ma un approccio (una visione, appunto) tendente all’obiettivo di azzerare del tutto le vittime degli incidenti stradali.
L’obiettivo naturalmente è lodevole, ma quanto tempo è giusto darsi per raggiungerlo?
La sicurezza stradale non riguarda solo chi si muove su veicoli a motore o chi circola a piedi o in bicicletta. C’è anche un gran numero di persone che su strada ci lavora, a piedi, per molte ore al giorno.
Sono molte di più di quanto non si pensi. E sono particolarmente esposte al rischio di incidente.
Ecco alcuni esempi di situazioni di rischio.
Saper guidare bene la propria auto (o il proprio veicolo di lavoro) è molto più importante di quanto non si pensi. Si può risparmiare carburante (e quindi denaro), si riduce il rischio di incorrere in incidenti stradali, si riducono le emissioni in atmosfera di inquinanti e di gas serra, si diminuisce il livello del rumore del traffico, e così via. Ma non basta avere una patente in regola, soprattutto nel caso di uso dei veicoli per ragioni lavorative. Occorre, sempre, continuare a “formarsi”.
Centinaia di persone vengono uccise ogni anno sulle strade mentre camminano a piedi (e molte di queste durante un attraversamento sulle strisce pedonali). In buona parte si tratta di anziani e bambini. Vediamo quali sono le cause. E come risolvere il problema una volta per tutte.
Quando il modello organizzativo aziendale prevede la presenza di determinati elementi di “pressione” (diretta o indiretta), i lavoratori sono indotti a comportarsi in modo tale da esporsi a rischi molto elevati. Rischi che, in caso di attività lavorative su strada, non coinvolgono solo loro, ma anche tutti gli altri utenti della strada stessa.
Da anni il numero di morti per incidenti stradali non cala più. La causa, molto probabilmente, è la distrazione. Che, paradossalmente, può essere causata anche dai moderni dispositivi di assistenza alla guida!
Strade, autostrade, ponti e viadotti. Li percorriamo ogni giorno facendo attenzione ai rischi alla guida, ma può capitare che siano le stesse infrastrutture a costituire dei seri fattori di rischio.
Nel panorama italiano abbiamo sia forti criticità che importanti innovazioni. Ma anche strumenti normativi e metodologici che andrebbero, forse, sfruttati meglio (il D.Lgs. 35/2011 e lo standard ISO 39001).
Alcune importanti novità in materia: la facilitazione dell’indennizzabilità degli infortuni in itinere in bicicletta da parte di INAIL e la crescente diffusione dei meccanismi di incentivo economico da parte delle aziende per i dipendenti che decidono di andare al lavoro in bicicletta.
Dai sistemi di sicurezza passiva agli avanzati sistemi di sicurezza attiva, fino alle sperimentazioni sulle auto a guida autonoma.
L’evoluzione del protocollo Euro NCAP e le nuove tecnologie per favorire la sicurezza stradale (come l’Intelligent Speed Adaptation).
Il buon funzionamento della mobilità delle persone nelle città passa attraverso un uso razionale del (poco) spazio disponibile.
Ecco alcune buone pratiche per lo sviluppo della mobilità ciclabile in città.
Nei grandi poli industriali e produttivi si ha, ovviamente, la necessità di trasportare materie prime e prodotti in quantità enormi ed in modo continuato. Ed il tutto avviene non solo vicino ai centri abitati, ma anche impegnando le strade utilizzate dagli stessi cittadini.
Come fare per garantire che questo avvenga in sicurezza?
Lo standard ISO 39001 definisce i requisiti che deve avere un sistema di gestione mirato alla riduzione degli incidenti stradali. Ecco alcune indicazioni derivanti dalla mia esperienza come consulente sui sistemi ISO 39001.
Io non sono un allenatore di calcio, ma quando guardo una partita della nazionale mi comporto come se lo fossi. Ma, naturalmente, non ho alcun titolo per pensarlo davvero.
E’ così anche per le infrastrutture: per poter sostenere che una qualsiasi opera possa essere utile o meno, occorre lavorare con chi ha la specifica competenza nel settore.
Quanto costa la vita di una persona che muore a causa di un incidente stradale? E a quanto ammonta il costo sociale annuo in Italia degli incidenti? Qui tutte le risposte.
Le aziende con persone e mezzi su strada devono effettuare una valutazione del rischio stradale sul lavoro. E, nei casi più complessi, è opportuno implementare a tale scopo un sistema di gestione “ISO 39001”.
Ogni Datore di Lavoro deve garantire che la sicurezza dei propri lavoratori sia sempre garantita.
Poiché una causa rilevante di morte o di infortunio sul lavoro è data dagli incidenti stradali, i datori di lavoro e gli RSPP devono rivolgere particolare attenzione agli spostamenti su strada dei propri dipendenti più esposti (su auto aziendali o mezzi di altro tipo).
Ecco come fare.
Molta strada è stata fatta, negli ultimi anni, in tema di sicurezza stradale in ambito lavorativo. L’adozione di sistemi telematici di bordo e l’analisi puntuale ed aggregata dei dati relativi alla guida consentono di individuare con esattezza le circostanze su cui intervenire e le soluzioni specifiche ai vari problemi.
La mia esperienza in merito al percorso di certificazione ISO 39001 che ho seguito per Gelsia Ambiente, importante operatore lombardo di igiene urbana.
Non c’è solo la certificazione ISO 39001 per verificare l’eccellenza dei servizi di trasporto pubblico! Oltre alla sicurezza, è fondamentale che la qualità del servizio sia eccellente. Ecco la certificazione UNI EN 13816.
Si parla spesso della sostituzione dei semafori con le rotatorie in numerose situazioni, come strumento per la soluzione degli ingorghi stradali e per il miglioramento… Leggi tutto »Sicurezza stradale e fluidità del traffico: meglio semafori o rotatorie?
Il comportamento alla guida, ritenuto dai più una cosa del tutto naturale, nasconde in realtà una complessità notevole, che ci mette in condizioni di rischio molto più spesso di quanto non pensiamo. Anche, e soprattutto, quando guidiamo per lavoro.
Per ridurre il rischio stradale di bambini e ragazzi occorre lavorare su più fronti: educazione stradale a scuola (fatta bene!), rinforzo delle regole, utilizzo dei dispositivi di sicurezza, interventi di moderazione del traffico nei dintorni delle scuole.
Ecco alcuni esempi.
Durante i miei incontri con i cittadini mostro spesso alcuni dei video elencati in questa pagina, e l’effetto è sempre di grande stupore.
Meglio prendere un forte spavento davanti alla TV e diventare più prudenti sulla strada, che restare sereni in salotto ma spericolati in auto.
A cosa serve una “Zona 30”?
È fondamentale cercare di controllare e ridurre la velocità delle vetture per motivi legati alla sicurezza, ai costi sociali e agli impatti che questa ha sull’ambiente urbano.
Cerchiamo di capirne di più.
Il “sistema guida” è un sistema complesso, formato da diverse componenti.
Per ridurre il rischio di incidente occorre ridurre o eliminare i rischi legati ad ogni singola componente del sistema. E sono tanti.
Lo studio effettuato da INAIL, ASL e Provincia di Mantova, riguardante l’”Analisi delle circostanze e proposte operative per la riduzione degli infortuni stradali in occasione di lavoro ed in itinere”. Il contributo di Michele Montresor.