Vai al contenuto

Quando e perché occorre fare una valutazione del “rischio stradale” o adottare un “sistema ISO 39001”

Le aziende con persone e mezzi su strada devono effettuare una valutazione del rischio stradale sul lavoro, in quanto tenute per legge (anche se il D.Lgs. 81/2008 non lo cita esplicitamente). I Datori di lavoro possono infatti rischiare condanne anche a causa di incidenti stradali che vedono coinvolti i propri dipendenti. Occorre quindi provvedere a valutare e trattare il rischio. E, nei casi più complessi, è opportuno implementare un sistema di gestione “ISO 39001” (o quantomeno partire dal “FIA Road Safety Index”).


Premessa

Qualsiasi tipo di organizzazione (Ente o Azienda), in ogni contesto, ha la necessità di massimizzare efficienza e qualità dei propri processi, garantendo al contempo la sicurezza dei propri dipendenti. Quelle aventi numeri significativi in termini di siti, dipendenti, veicoli e percorrenze annue su strada devono occuparsi, tra i vari aspetti, anche di quello legato alle attività lavorative al di fuori del “perimetro aziendale”.

Dalla “semplice” mobilità di tipo pendolare, al lavoro svolto quotidianamente su strada dagli operatori dei diversi servizi, fino alle necessità specifiche di mobilità di chi ricopre funzioni dirigenziali e di rappresentanza, è necessario, oltre che opportuno, assicurarsi che ogni persona si attenga scrupolosamente alle disposizioni aziendali e che sia inoltre in possesso di competenze per il lavoro su strada specifiche per il proprio incarico. Il tutto deve essere opportunamente gestito da chi riveste responsabilità di gestione della mobilità e della sicurezza in ambito aziendale (dal Datore di Lavoro all’HSE Manager, dall’RSPP al fleet manager, per finire con il mobility manager).

Un brutto incidente (uno dei tanti…)

Nel giugno 2023 fa è accaduto un tragico incidente sulla A15 Parma-La Spezia, in cui ha perso la vita un camionista di 56 anni alla guida di un autocarro con gru. Secondo le prime ricostruzioni, il braccio meccanico del mezzo pesante ha agganciato un cavalcavia, causando il ribaltamento del camion sulla carreggiata dalla parte del conducente. Lo schianto è stato violentissimo, ed il conducente è rimasto schiacciato tra le lamiere della cabina del veicolo.

Per prevenire incidenti come questo, è importante adottare misure di prevenzione e formazione per i conducenti di autocarri con gru, come ad esempio:

  1. Formazione e abilitazione degli operatori: i conducenti di autocarri con gru devono seguire corsi di formazione specifici e ottenere un attestato di abilitazione per l’utilizzo di gru su autocarro, come previsto dall’Accordo Stato Regioni 22/02/2012.
  2. Verifiche periodiche delle attrezzature: le gru su autocarro devono essere sottoposte a verifiche periodiche per valutarne lo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza.
  3. Rispetto delle norme di sicurezza: i conducenti devono seguire le istruzioni d’uso e le marcature delle gru caricatrici, in conformità alla norma EN 12999.
  4. Adozione di buone pratiche operative in relazione al corretto posizionamento della macchina, all’uso ed alla raccolta del braccio telescopico.

In generale, è fondamentale che i conducenti di autocarri con gru siano adeguatamente formati e consapevoli dei rischi associati all’utilizzo di queste attrezzature. La formazione e l’adozione di buone pratiche operative possono contribuire a ridurre il rischio di incidenti simili in futuro.

Vi ho illustrato giusto un esempio, prendendo a riferimento un caso reale. Uno dei tanti. Approfondiamo il tema.

L’inquadramento normativo

Di persone che lavorano in strada ce ne sono tante: da chi trasporta persone e merci a chi si occupa di servizi e manutenzioni; dalle Forze dell’Ordine ai servizi di emergenza, e potrei continuare a lungo. Ora: i dati INAIL ci dicono che l’incidente stradale è la prima causa di morte sul lavoro, e il Testo Unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008) dice che ogni datore di lavoro deve valutare tutti i rischi a cui i propri lavoratori sono esposti (anche se non c’è un capitolo specifico in merito al “rischio stradale”) ed a prendere adeguate misure a tutela della loro salute e della loro sicurezza. Quindi, per le aziende che hanno persone che lavorano (anche) su strada, la valutazione del rischio stradale dovrebbe essere preminente. Eppure, spesso non è così. Quale è il motivo?

Una possibile spiegazione è che l’infortunio sul lavoro che si manifesta come incidente stradale può essere visto come un qualcosa che avviene “al di fuori” della sede di lavoro, e quindi tutto viene rimandato al comportamento del lavoratore alla guida di un eventuale veicolo (per il quale, lavoro o meno, ha comunque bisogno di avere una patente). Peraltro, e questo è vero, la strada è un ambito nel quale il datore di lavoro non ha certo la piena gestione di ogni elemento (a differenza dei luoghi di lavoro veri e propri), e non può dunque definirne in totale autonomia procedure ed istruzioni operative.

Può non essere sufficiente, per un Datore di Lavoro, verificare solo la validità della patente di guida e richiedere ai lavoratori il rispetto delle norme del Codice della Strada per poter dire di avere valutato e trattato adeguatamente i loro rischi ai sensi del D.lgs. 81/2008. Questo approccio limitato rischia di mettere gli stessi datori di lavoro in una situazione di rischio in caso di incidenti stradali causati da un proprio dipendente durante il lavoro, anche in caso di utilizzo dell’auto di proprietà del dipendente stesso. In diverse sentenze degli ultimi anni riguardanti casi di incidenti stradali avvenuti in occasione di lavoro è stata infatti riconosciuta la responsabilità degli stessi datori di lavoro, a causa di una lacunosa gestione degli aspetti relativi alla sicurezza dei veicoli e degli spostamenti, spesso anche in presenza di adempimenti legali (es. su revisioni, patenti, ecc.) formalmente in regola.

È quindi necessaria una gestione attiva da parte dei datori di lavoro in tema di spostamenti aziendali, che deve riguardare non solo la corretta tenuta dei mezzi ma anche (e soprattutto) una specifica valutazione del rischio stradale e la definizione di un regole e prescrizioni da dare ai dipendenti quando circolano su strada.

Peraltro, la stessa INAIL ha scritto esplicitamente che “gli incidenti stradali vanno considerati a pieno titolo come un effettivo rischio lavorativo, in un contesto in cui la strada rappresenti il luogo di lavoro e il veicolo potrebbe configurarsi come una attrezzatura” (cfr. fascicolo “LE ATTIVITÀ ESTERNE – ” Valutazione dei rischi per attività svolte presso terzi; INAIL, 2014). Il tema è inoltre molto studiato anche a livello europeo, come dimostra il progetto “PRAISE” sviluppato dallo European Transport Safety Council (ETSC), al quale rimando per utili approfondimenti.

Il decreto 231/2001 e gli infortuni “stradali”

Il Decreto Legislativo n. 231 del 2001 ha introdotto nel diritto italiano un regime di responsabilità amministrativa a carico delle imprese per determinati reati commessi nell’interesse o a vantaggio dell’impresa stessa da amministratori, dirigenti, dipendenti o terzi mandatari. Questo regime di responsabilità si applica anche in caso di incidenti stradali causati da veicoli aziendali. Ad esempio, la manutenzione inadeguata dei veicoli aziendali può portare a incidenti stradali, con conseguente attribuzione di responsabilità penali al soggetto incaricato della manutenzione.

Il Decreto 231 configura la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche anche nelle ipotesi dei reati di omicidio colposo e lesioni colpose causati dalla violazione delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Per prevenire e limitare la responsabilità aziendale, le imprese possono adottare un Modello di Organizzazione e Gestione (MOG) ai sensi del Decreto 231 che, se adeguatamente implementato e rispettato, può consentire all’impresa di chiedere l’esclusione o almeno una limitazione della responsabilità.

In caso di incidente stradale con un veicolo aziendale, la responsabilità può quindi essere attribuita sia al lavoratore che al datore di lavoro. In conclusione, le aziende devono essere consapevoli delle potenziali responsabilità derivanti da incidenti stradali e adottare tutte le misure necessarie per prevenire tali incidenti, compresa la manutenzione adeguata dei veicoli aziendali e l’adozione di un efficace Modello di Organizzazione e Gestione ai sensi del Decreto 231.

I costi aziendali derivanti dagli incidenti stradali

Tanto le fonti già citate, quanto diversi altri studi, hanno poi evidenziato il problema dei costi economici derivanti dagli incidenti stradali sul lavoro. Non entro nel dettaglio dei numeri, che cambiano naturalmente in base al tipo di organizzazione in esame. Evidenzio però che un incidente stradale sul lavoro non solo produce i costi ad esso direttamente imputabili (spese di riparazione, penali per consegne o servizi ritardati, ecc.), ma comporta anche pesanti oneri differiti (come i rincari assicurativi) o indiretti (mancata disponibilità per un certo periodo di persone o mezzi, danno di immagine aziendale, ecc.). Per non parlare del sempre possibile rischio di lunghi ed onerosi contenziosi legali.

La valutazione del “rischio stradale”

Per innumerevoli attività, come detto, il “luogo di lavoro” non è un posto specifico individuato all’interno di un ufficio o di uno stabilimento produttivo ma è la strada pubblica. Di conseguenza, diventa necessario effettuare una specifica “valutazione del rischio stradale”

Trattandosi di un fenomeno fortemente complesso, il rischio è di semplificare e, conseguentemente, essere inefficaci negli interventi. Un buon punto di partenza è la valutazione specifica dei rischi riguardo ai soggetti esposti (personale che lavora su strada o che si trova in itinere) e la diversificazione degli interventi, prima in base al diverso livello di esposizione e dopo in base alle risorse disponibili. Oltre alle tante azioni specifiche che possono essere implementate, aventi diverso peso in termini di complessità e costi, possono essere adottate ulteriori iniziative, in funzione dell’ambito territoriale. Ad esempio, in Lombardia, l’adesione alla rete WHP Lombardia permette alle aziende di offrire ai lavoratori interventi di promozione della salute anche nelle aree dell’alimentazione corretta, del contrasto al fumo di tabacco, alcol, droghe, della conciliazione famiglia – lavoro, della promozione all’attività fisica, concorrendo tutte alla riduzione dei fattori di rischio dell’incidentalità stradale. La prospettiva temporale dipende sia dalla rilevanza economica dell’intervento scelto che dalla capacità delle aziende di avviare le misure proposte e mantenerle nel tempo.

Con riferimento al “come” fare una valutazione di rischio stradale, a questo link ne parlo più in dettaglio.

I sistemi di gestione ISO 39001

Aggiungo inoltre che, nel 2016 l’UNI ha recepito, tradotto in italiano e pubblicato lo standard “ISO 39001 – Sistemi di gestione della sicurezza del traffico stradale (RTS) – Requisiti e guida all’utilizzo”. Lo standard ISO 39001 definisce i requisiti che deve avere un sistema organizzativo mirato alla riduzione del numero di morti e del numero di feriti conseguenti agli incidenti stradali, e tale sistema può essere adottato da qualsiasi tipo di organizzazione: aziende private, gestori di reti stradali, Enti Pubblici, ecc. Le organizzazioni che dimostrano di avere un sistema di gestione conforme ai requisiti di tale standard possono ottenerne la certificazione da parte un ente accreditato, in analogia alle varie norme “di sistema” (ISO 9001, ISO 14001, ISO 45001, ecc.).

È da sottolineare che questa certificazione consente in modo sempre più frequente l'”accesso al mercato” per molte imprese, come ad esempio nel campo dei lavori stradali o in quello del trasporto persone.

La certificazione ISO 39001 è conseguibile da organizzazioni di qualsiasi tipo e dimensione. Ma, in particolare, essa assume senso ed utilità per le aziende di dimensioni medio-grandi, responsabili della presenza su strada di un gran numero di persone (dipendenti o meno) e mezzi (di proprietà o meno). Ed è inoltre particolarmente indicata per imprese già dotate di sistemi di gestione conformi agli standard ISO 9001 e ISO 45001.

Peraltro, l’approccio di un sistema organizzativo conforme ai requisiti della norma ISO 39001 è orientato alla tutela dell’incolumità non solo dei dipendenti di una data organizzazione, ma anche di tutti gli utenti della strada rispetto ai quali le attività dell’organizzazione possono avere un impatto. La certificazione di un sistema di gestione conforme a questo standard, quindi, si sposa bene anche con quelle associate ai modelli organizzativi orientati alla tutela ed al rafforzamento della responsabilità amministrativa e della responsabilità sociale d’impresa (D. Lgs 231/2001, certificazione SA8000, ecc.).

Inoltre, l’implementazione di un sistema di questo tipo da parte di una certa organizzazione fa sì che aumenti anche l’attenzione alla sicurezza stradale sui propri fornitori. Ad esempio, varie concessionarie autostradali inseriscono nei bandi relativi ai lavori su strada il possesso della certificazione ISO 39001, come requisito premiante o vincolante.

Il FIA Road Safety Index

Trovo interessante la sinergia tra l’Indice di Sicurezza Stradale della FIA e la norma ISO 39001. Questa integrazione non solo orienta le organizzazioni verso standard internazionali di sicurezza ma offre anche un percorso pratico per la loro applicazione. L’indice della FIA, con la sua struttura basata su valutazioni dettagliate e risorse utili, si rivela uno strumento fondamentale per:

  • Promuovere pratiche sostenibili: Aiuta le aziende a migliorare il loro impatto sulla sicurezza stradale attraverso un approccio misurabile.
  • Guidare l’analisi operativa: Fornisce le linee guida per esaminare la catena di fornitura e i processi aziendali alla ricerca di potenziali miglioramenti in termini di sicurezza.
  • Supportare gli obiettivi globali: L’iniziativa sottolinea il ruolo della sicurezza stradale nell’agenda globale per la sostenibilità, allineandosi con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU.

L’esempio di Total Energies, la prima azienda a ottenere 3 stelle nell’ambito dell’indice, dimostra l’applicabilità e l’efficacia di questi strumenti nel migliorare la sicurezza stradale. Personalmente, vedo l’adozione di questa iniziativa come un passo cruciale verso un impegno più forte per strade sicure e invito le organizzazioni a considerare seriamente l’utilizzo dell’Indice di Sicurezza Stradale della FIA come parte della loro strategia di sicurezza.

In ogni caso, partire dal Road Safey Index FIA puà aiutare le organizzazioni a fare un primo passo, per poi eventualmente (decidere di) evolvere verso una certificazione di conformità ISO 39001.

Conclusioni

In definitiva, per le aziende di maggiori dimensioni risulta fondamentale affrontare in modo serio il problema della sicurezza dei propri dipendenti negli spostamenti su strada, sia che si tratti di viaggi effettuati con flotte aziendali (di proprietà o a noleggio), che in caso di auto di proprietà degli stessi dipendenti.

Ai benefici che i dipendenti percepiscono in termini di riduzione del rischio stradale si sommano i vantaggi per i datori di lavoro ottenibili a livello di tutela legale e di riduzione costi. I sistemi di bordo e le piattaforme telematiche oggi disponibili consentono di gestire il tutto in modo efficiente ed accurato.

Come consulente, mi dedico a sostenere organizzazioni di medie e grandi dimensioni nell’elaborazione di piani specifici finalizzati a migliorare l’efficienza gestionale mediante la riduzione del rischio stradale. Questo è ottenuto attraverso un approccio integrato, accuratamente progettato e adattato alle specifiche caratteristiche dell’organizzazione. Il mio obiettivo è permettere all’organizzazione di raggiungere uno o più degli obiettivi seguenti, a seconda delle sue preferenze e potenzialmente in combinazione:

  1. Ottenere una valutazione dettagliata del rischio stradale, in conformità con l’ex D.Lgs. 81/08, e implementare le relative misure di miglioramento, calibrate in base alle esigenze e alle risorse disponibili all’interno dell’organizzazione.
  2. Adattare il sistema di gestione aziendale per conformarsi ai requisiti dello standard ISO 39001, con l’obiettivo finale di ottenere una certificazione.

Attraverso queste strategie, posso aiutare la vostra organizzazione a minimizzare il rischio stradale e a incrementare la vostra efficienza operativa. Contattatemi pure per un confronto!