
I dati ufficiali relativi all’anno 2022.
Nel corso del 2022, si sono registrati 165.889 incidenti con danni alle persone, con 3.159 morti e 223.475 feriti. Tutti questi valori sono in deciso aumento rispetto al 2020 ed al 2021, anni in cui però la mobilità delle persone è stata limitata a causa delle giuste misure anti-Covid. Ma l’obiettivo è comunque quello di diminuire sempre, anno dopo anno, il numero delle vittime.
Vi aiuto a contestualizzare i dati.
Consideriamo innanzitutto che, a partire dal 2000, ogni Paese dell’Unione Europea si è dato l’obiettivo di dimezzare ogni dieci anni il numero dei morti in incidente stradale (obiettivo, secondo me, fin troppo modesto). Vediamo comunque com’è andata fin qui.
- Anni 2001-2010. Si è avuta una diminuzione costante e decisa anno dopo anno, sia in Italia che a livello europeo, che ha portato ad una diminuzione dei morti, nel decennio, di circa il 40-45%. Non, quindi, il 50% che si aveva come obiettivo, ma è stato comunque un buon risultato.
- Anni 2011-2020. In questo caso la diminuzione è stata più modesta, del 22-23% circa sia per l’Italia che a livello europeo. Occorre precisare che l’anno preso come riferimento del termine del decennio è il 2019 (i dati del 2020 e del 2021 sono infatti poco significativi per via delle già citate misure anti Covid).
- Anni 2021-2030. Abbiamo ora l’obiettivo di arrivare al 2030 con una diminuzione del 50% rispetto all’ultimo anno del periodo precedente (avendo, come detto, il riferimento del 2019). Ad oggi però, come ho già anticipato, non si vedono per l’Italia grandi segnali di diminuzione del numero dei morti. A differenza di quanto accade invece a livello europeo, dove si riscontra una diminuzione chiara delle vittime.
Rilevazione ed analisi dei dati.
Oltre ai numeri su incidenti, morti e feriti, ci sono molti altri dati che vengono raccolti ed analizzati, ed aiutano gli studiosi a comprendere meglio il fenomeno. Per ogni incidente con danni alle persone, le Forze dell’Ordine, come la Polizia Stradale, i Carabinieri, la Polizia Provinciale e la Polizia Locale, sono tenute infatti a compilare un modulo (si chiama “ISTAT CTT/INC”) che prevede la raccolta di varie informazioni. Se siete curiosi di saperne di più sulla raccolta dati, andate a questo link.
Aggiungo, per gli addetti ai lavori, i riferimenti ufficiali da usare per il reperimento dei dati (in caso vi occorrano dati di dettaglio per studi ed analisi di incidentalità):
- Portale per la richiesta dati sugli incidenti stradali di ISTAT
- Portale per la richiesta dati sugli incidenti stradali di ACI
E aggiungo anche un’altra precisazione, che può sembrare banale ma che è importante per chi analizza i dati. Come riportato da ISTAT nella sua Nota Metodologica, “le norme internazionali (Eurostat, OCSE, ECE, ecc.), cui il nostro Paese si adegua, definiscono l’incidente stradale come “quell’evento in cui è coinvolto almeno un veicolo in circolazione sulla rete stradale e che comporti danni alle persone. Rientrano pertanto nel campo di osservazione tutti gli incidenti stradali verificatisi nelle vie o piazze aperte alla pubblica circolazione, nei quali risultano coinvolti veicoli fermi o in movimento e dai quali siano derivate lesioni a persone. Sono esclusi dalla rilevazione i sinistri da cui non sono derivate lesioni alle persone, quelli che non si sono verificati nelle aree aperte alla pubblica circolazione, e i sinistri in cui non risultano coinvolti veicoli.”
I dati sugli incidenti stradali in Europa.
Vediamo anche i dati europei. Come riporta l’European Transport Safety Council (ETSC), nel 2022, ci sono stati 20.678 decessi sulle strade dell’UE, con un aumento collettivo del 4% rispetto al 2021. Tra i 32 paesi monitorati dal “programma PIN”, ben 19 hanno visto un aumento delle vittime della strada nel 2022 rispetto al 2021.
L’UE ha fissato l’obiettivo di dimezzare il numero dei morti su strada entro il 2030, rispetto al livello del 2019. Le vittime della strada nell’UE27 nel 2022 sono in effetti inferiori (del 9%) rispetto al 2019, ma per raggiungere l’obiettivo al 2030 la diminuzione avrebbe dovuto essere molto più marcata. Guardando agli ultimi dieci anni, il progresso complessivo nella riduzione delle vittime della strada sulle strade dell’UE è stato buono nel 2012 e nel 2013, ma a questo inizio positivo sono seguiti sei anni di stagnazione, con solo una riduzione del 6% nel periodo 2014-2019. Nel 2020, c’è stato un calo eccezionale del 17% rispetto al 2019, ma questo risultato è fortemente correlato alle restrizioni di viaggio per la pandemia di Covid-19. Anche il 2021 ha visto numeri inferiori al 2019, ma in risalita rispetto al 2020, per il graduale allentamento delle restrizioni anti Covid.
Nell’UE27, il livello complessivo di mortalità stradale nel 2022 è stato di 46 morti per milione di abitanti nel 2022. In Italia siamo sopra la media, con 54 morti per milione di abitanti. Norvegia e Svezia sono i Paesi più virtuosi, con circa 20 morti per milione di abitanti, mentre la mortalità più alta si registra in Romania e Serbia, con oltre 80 morti per milione di abitanti.
Nei grafici seguenti, interattivi, potete consultare i dati riferiti al contesto europeo (fonte: European Transport Safety Council – ETSC).
I dati sugli incidenti stradali nel mondo.
Se in Italia ed in Europa gli incidenti calano (pur lentamente), a livello mondiale il fenomeno è in preoccupante aumento, a causa della crescente motorizzazione nei Paesi meno sviluppati e delle condizioni di sicurezza stradale certamente meno avanzate rispetto al contesto europeo (per approfondire, consiglio questo rapporto della WHO). Le vittime degli incidenti ogni anno ammontano a ben 1,35 milioni in tutto il mondo. Ed inoltre:
- La maggior parte (93%) dei decessi si verifica nei paesi a basso e medio reddito, anche se questi paesi hanno solo circa il 60% dei veicoli circolanti in tutto il mondo;
- L’incidente stradale è, a livello mondiale, la prima causa di morte tra i giovani (con età tra i 5 ed i 29 anni);
- il rischio di morire in un incidente stradale “dipende da dove si vive” (i tassi di mortalità più alti sono nella regione africana, mentre quelli inferiori in Europa);
- Oltre la metà dei decessi stradali riguarda pedoni, ciclisti e motociclisti.
Qui un ottimo grafico interattivo riferito alle morti su strada nel mondo, elaborato da Our World in Data, su fonte WHO (esistono statistiche anche prodotte su fonte IHME, che tuttavia ho trovato meno precise). Buon riferimento per fare un po’ di confronti, anche se non aggiornato all’ultimo anno.
L’importanza dell’analisi dei dati per i Comuni e gli enti gestori di reti stradali.
La gestione, la comprensione e l’interpretazione dei dati relativi alla sicurezza stradale possono fornire indicazioni preziose per la pianificazione di strategie efficaci, la riduzione degli incidenti e l’ottimizzazione della mobilità urbana. In questo contesto, anche noi di Trafficlab cerchiamo di dare il nostro contributo, nello specifico concedendo a Comuni ed enti gestori di reti stradali l’uso del modulo Safety Manager della nostra piattaforma cloud Wetraffic. Per chi fosse interessato, aggiungo che questo modulo è concepito per fornire una visione completa, georeferenziata e dettagliata dei dati storici relativi a incidenti e postazioni di traffico. Visualizzando gli incidenti su una mappa cartografica e fornendo un profilo dettagliato per ciascuno di essi, il modulo consente ai responsabili di avere un quadro chiaro e delle condizioni stradali della rete interessata. Permette, inoltre, di applicare filtri in base a diverse variabili, come le condizioni temporali e spaziali, la natura dell’incidente, e altre ancora, per esaminare il numero di incidenti che rientrano nelle specifiche caratteristiche selezionate. Questa capacità di analisi avanzata rende possibile un’indagine dettagliata e personalizzata, permettendo di identificare con precisione le aree di maggiore rischio e le tendenze emergenti.

Conclusioni.
Il mio auspicio è che, con il contributo di tutti (governi, istituzioni, aziende e cittadini) si riesca a far scendere in modo sempre più deciso il numero di vittime degli incidenti stradali. E ricordo sempre a tutti il grave problema economico direttamente connesso: il costo sociale annuo degli incidenti stradali è di diversi miliardi di euro!
Ognuno di noi può fare molto per questo, semplicemente ponendo più attenzione in strada e preoccupandosi anche della sicurezza di tutte le altre persone che si incontrano, che siano a piedi o su qualsiasi tipo di veicolo.
Da parte mia, come detto, cerco di perseguire l’obiettivo anche a livello professionale nel gruppo di Trafficlab, lavorando sul tema con le città e con enti gestori di strade ed autostrade.
Da parte degli organi nazionali di governo, sarebbe bene invece vedere interventi mirati sulle principali cause degli incidenti, tutte di natura comportamentale (distrazione, eccesso di velocità, mancato rispetto della precedenza). Trovo ad esempio inutile l’idea di targare i monopattini, e diseducativa quella di offrire gratis i taxi a chi si ubriaca in discoteca. Occorrono misure ben più razionali.
Concludendo, osservo che i progressi fatti negli ultimi decenni (a livello di miglioramento delle strade, dei veicoli e delle misure di controllo) hanno certamente portato nel complesso a buoni risultati. Ma, evidentemente, la strada verso l’eliminazione delle vittime dovute agli incidenti stradali è ancora molto lunga.