Il costo sociale di ogni persona che muore a causa di un incidente stradale è di circa 1,8 milioni di euro. Ed il costo sociale annuo degli incidenti stradali per l’Italia è di circa 18 miliardi di euro. Sono i numeri ufficiali calcolati e diramati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. E sono i…
Premessa
Se si investe e uccide una persona con un veicolo, il conducente può essere ritenuto responsabile per l’incidente e potrebbe essere soggetto a sanzioni penali o civili, a seconda delle circostanze, fino ad incorrere nell’accusa di omicidio stradale.
Ma, a parte le eventuali conseguenze personali a carico dell’investitore, voglio porre l’accento su un altro tema.
Quanto costa la vita di una persona che muore a causa di un incidente stradale? Attenzione: non sto parlando del “valore” di una vita umana, impossibile da valutare (e non avrebbe neanche senso cercare di farlo). Parlo di “costo” monetario vero e proprio, intendendo la perdita economica che subisce la nostra società quando qualcuno muore (o anche solo resta ferito) a causa di un incidente stradale.
Il costo sociale degli incidenti stradali in Italia
Con riferimento ai calcoli più aggiornati (i parametri sono riferiti al 2018), i valori sono questi:
- Il costo sociale per ogni morto in incidente stradale è di 1.812.989 euro;
- Il costo sociale per ogni ferito in incidente stradale è di 45.210 euro;
- Il costo sociale per ogni incidente stradale (oltre a quello di eventuali morti o feriti) è di 12.394 euro.
Considerando tutti gli incidenti (con morti o feriti) che avvengono ogni anno in Italia, e applicando i valori visti, otteniamo il costo sociale annuo degli incidenti in Italia, pari a circa 18 miliardi di euro (dato riferito applicando i parametri 2018, già visti prima, ai numeri degli incidenti relativi al 2019, ultimo anno significativo pre-pandemia). Praticamente, il costo sociale totale degli incidenti stradali è pari all’1% del PIL nazionale.
I valori del costo sociale sopra riportati fanno riferimento alla Metodologia per il calcolo del costo sociale degli incidenti stradali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, elaborata nel novembre 2022 e pubblicata nel febbraio 2023. La metodologia è collegata al progetto di ricerca ID64, un’iniziativa promossa dall’ISTAT e avviata nel giugno del 2018. Questo importante progetto ha visto la collaborazione di diversi enti e istituzioni di rilevanza nazionale, tra cui l’Automobile Club d’Italia (ACI), il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Ma l’evoluzione di questi numeri e calcoli negli ultimi anni è stata molto particolare, ed è interessante conoscerla. Vediamo perché.
Perché e come calcoliamo il costo sociale degli incidenti
Il governo italiano, come quello di ogni stato europeo, ha l’obbligo di calcolare ogni anno il costo sociale degli incidenti stradali. Lo fa in quanto previsto dalla Direttiva Europea 2008/96, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 35/2011.
La Direttiva 2008/96 è stata poi aggiornata dalla Direttiva 2019/1936/CE (seguita a sua volta da un corrispondente Decreto italiano di attuazione, il 213/2021), ma l’adempimento relativo al calcolo del costo sociale non è cambiato. Ed è in capo al nostro Ministero dei Trasporti (MIT).
I valori relativi al costo sociale di un morto, di un ferito e di un incidente sono stati quindi calcolati nel 2012 per adempiere al D.Lgs. 35/2011, e diramati da uno specifico Decreto Dirigenziale dell’epoca da parte del MIT. Tali valori, e sempre gli stessi, sono stati utilizzati per il calcolo del costo sociale totale riferito ad ognuno degli anni che vanno dal 2010 (sì, retroattivamente!) al 2020. Il costo sociale di un certo anno si ottiene infatti applicando i valori visti al numero totale di incidenti, morti e feriti registrati nell’anno in questione (forniti dagli studi di ACI-ISTAT), e facendo le somme.
Per i curiosi: potete scaricare tutte le edizioni del rapporto annuale a questo link.
Ora, occhio alle date. L’ultimo rapporto annuale calcolato con i “vecchi valori” è riferito agli incidenti registrati nel 2020, ed il costo sociale totale calcolato per tale anno era pari a circa 15,5 miliardi di euro. Ma il 2020 è stato l’anno del Covid, caratterizzato dai lockdown e dai tanti spostamenti vietati. I dati su incidenti, morti e feriti del 2020 sono quindi poco significativi, tanto che lo stesso piano europeo 2020-2030 (come pure, per l’Italia, il corrispondente Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale – Orizzonte 2030) ha preso a riferimento il 2019 come anno base rispetto al quale perseguire gli obiettivi di dimezzamento delle vittime nel decennio a seguire.
Il 2019 è quindi il vero anno da prendere a riferimento per fare dei confronti in tema di incidenti stradali (e dei costi a questi riferiti). Ecco perché, ora che abbiamo i nuovi valori relativi al costo sociale di un morto, di un ferito e di un incidente, questi sono stati applicati al 2019, ottenendo il valore descritto sopra e pari, come detto, a circa 18 miliardi di euro.
Per inciso, il costo per una vita umana persa a causa di un incidente stradale calcolato a livello europeo dall’ETSC (European Transport Safety Council) è superiore al valore calcolato per l’Italia, e ammonta a 2,6 milioni di euro (riferito al 2022), come riportato nel 17th Road Safety Performance Index Report (pdf).
Conclusioni
Il calcolo del costo sociale non è solo un esercizio statistico: usare questo parametro è utile anche per assicurare una adeguata priorità agli interventi di sicurezza stradale (cosa che peraltro mi capita di fare abitualmente per lavoro). Ed è importante avere un valore di questo parametro che sia preciso ed aggiornato: la maggiore o minore convenienza a investire in sicurezza stradale è funzione della entità della riduzione del costo sociale causata da un determinato intervento, per cui sottovalutare il costo sociale può disincentivare gli investimenti in sicurezza stradale. Anzi, in qualche modo, ritengo che l’uso del costo sociale svolga una implicita ma efficace azione formativa, abituando i gestori della sicurezza ad un maggior rigore e ad una maggiore trasparenza.
Un incidente stradale non è una fatalità, ma un evento che accade perché qualcosa non va come dovrebbe nel comportamento delle persone, nel funzionamento dei veicoli o nelle prestazioni della strada (il cosiddetto “sistema guida”). Per ridurre il rischio stradale ed il numero di incidenti (e di morti) occorre lavorare su ognuna di queste tre componenti con interventi mirati. E sappiamo già benissimo quali interventi bisogna fare. Vanno però decisi e finanziati come si deve, visto che ne va della salute e della vita di tanti cittadini.