Le principali cause di incidente stradale. I fattori di rischio per i guidatori. Quando i dispositivi di assistenza alla guida (ADAS) causano distrazione. La compensazione del rischio. La fretta e la distrazione alla guida sul lavoro.
Quali sono le principali cause di incidente stradale?
Le principali cause o concause degli incidenti stradali in Italia sono (come riportato dai dati ACI-ISTAT):
- Guida distratta o indecisa;
- Mancato rispetto della precedenza o del semaforo;
- Eccesso di velocità.
Sulle strade italiane, i fattori che incidono di più in città sono la distrazione alla guida e il mancato rispetto della precedenza, mentre sulle strade extraurbane le cause principali di incidenti sono la guida distratta, l’andamento indeciso e la velocità. Inoltre, è importante notare che l’uso di droga e alcol è in aumento tra le cause di incidenti stradali.
Si tratta, come vedete, sempre di cause legate al comportamento umano. Gli incidenti che avvengono per problemi legati al veicolo o alla strada sono in realtà una piccola parte del totale.

Quali sono i maggiori fattori di rischio per un guidatore?
La distrazione alla guida pare essere la principale causa del fatto che il numero degli incidenti stradali non diminuisca più già da qualche anno (a parte il periodo della pandemia), interrompendo una positiva diminuzione avviata all’inizio degli anni duemila non solo in Italia ma in tutta Europa.
Il problema è dato dalla superficialità che abbiamo quando siamo in strada (in auto, in scooter, in bici, in monopattino ed anche a piedi), che produce distrazione ed aumenta enormemente il rischio di incidente. E questo rischio, già presente nel nostro quotidiano, è effettivamente aumentato di molto a seguito della diffusione degli smartphone.
Peraltro, anche la “semplice” telefonata “a norma di Codice della Strada” provoca distrazione. Secondo il Codice della Strada (art. 173), “…è consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (e che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani).” L’uso del vivavoce consente di tenere le mani dedicate alla sola guida del veicolo. Tuttavia, anche in questa condizione, il solo fatto di telefonare produce un aumento del rischio per via della distrazione, che sostanzialmente è la stessa sia con il vivavoce che senza (come riporta uno studio dell’Università del Sussex). E la cosa è da tener ben presente.
Questo video aiuta a comprendere ancora meglio questo aspetto. Si tratta di una finta prova di esame di guida, in cui l’istruttore chiede di dimostrare al conducente la propria capacità di usare il telefono durante la guida. E la reazione dei conducenti è molto interessante…
Trovo utile, a questo proposito, segnalare l’importanza delle campagne di comunicazione per la sicurezza stradale, specie quelle realizzate con video che provocano uno shock emotivo ai giovani (e non solo a loro!) per far comprendere loro l’enorme rischio generato dalla distrazione.
E in un altro video è interessante invece vedere un altro aspetto importante. La polizia inglese ha usato dei camion-civetta per rilevare le infrazioni alla guida commesse dai conducenti dei mezzi pesanti. Ecco le più clamorose (video tratto dalla documentazione del “Progetto EDWARD 2020”).
Quando i dispositivi di assistenza alla guida (ADAS) causano distrazione.
Paradossalmente, ci si può distrarre anche con i nuovi dispositivi di sicurezza di cui sono dotate le auto.
Il tema del sovraccarico di informazioni a cui sono soggetti i conducenti dei veicoli è studiato da tempo, tanto più che ai vari stimoli “esterni” (andamento della strada e del traffico, condizioni meteo, segnaletica, ecc.), si aggiungono ora sempre più stimoli “interni” all’abitacolo, e non necessariamente a causa di comportamenti scorretti – come l’uso del telefono – ma anche a causa della strumentazione sempre più complessa presente a bordo mezzo.
È noto che, tra le tante buone pratiche per ridurre il rischio di incidenti stradali causati dalla distrazione, risultano essere molto utili tecnologie, applicazioni e funzioni che riducono la necessità di interazione visiva tra il guidatore ed i dispositivi di guida. E possono essere di grande aiuto anche i sistemi come gli avvisi ed i sistemi automatici anti-collisione e anti-sbandata, sempre più diffusi. Questi ausili elettronici vengono indicati con l’acronimo ADAS, cioè Advanced Driver Assistance Systems, e possono essere di grande aiuto, anche se forse non sono ancora diffusi a sufficienza per avere un effetto significativo sulla riduzione degli incidenti (ma ricordo comunque che i sistemi di frenata di emergenza sono presenti di serie su tutti i veicoli di nuova omologazione a partire dal 2022).
Ma queste tecnologie, paradossalmente, possono presentare un nuovo rischio. Seguo da tempo gli studi in corso sul “workload” cognitivo alla guida, inteso come il “carico” (o sovraccarico) di informazioni da elaborare a cui è sottoposto il cervello del guidatore, che paradossalmente può essere molto oneroso proprio per la presenza di ulteriori strumenti (che dovrebbero essere) di ausilio alla guida. Sono in corso interessanti ricerche (come quelle dell’Università di Bologna) basate anche sull’uso di strumenti come gli “eye-tracker“, che servono a capire come e dove si focalizza l’attenzione del guidatore durante la marcia del veicolo (es. sulla strada, sulla strumentazione di bordo, sulla segnaletica, ecc.). Si tratta delle nuove frontiere di ricerca in questo importante ambito, che sarà certamente interessante continuare a seguire e che porteranno ulteriori novità in questo mondo in costante e rapida evoluzione.


La compensazione del rischio
Peraltro, secondo uno studio condotto negli USA, gli americani che guidano veicoli dotati di Adaptive Cruise Control (ACC) o Lane Keeping Assist (LKA), entrambe funzionalità avanzate di assistenza alla guida, ammettono di usare i loro smartphone mentre guidano molto più spesso degli altri. Il 42% dei conducenti con tecnologia Lane Keeping Assist (quella che serve a non uscire inavvertitamente dalla corsia di marcia) ha dichiarato di utilizzare “frequentemente” o “a volte” la chat video durante la guida, rispetto al 20% dei conducenti che non hanno tale dispositivo. In pratica, si manifesta con evidenza il fenomeno identificato come “compensazione del rischio”, che porta le persone ad abbassare la loro soglia di attenzione in presenza di condizioni (o dispositivi) che dovrebbero aumentare il livello di sicurezza.

Ed ancora, una nuova ricerca dell’Insurance Institute for Highway Safety (IIHS) e del Massachusetts Institute of Technology’s AgeLab mostra che i conducenti si distraggono con l’elettronica e staccano entrambe le mani dal volante più spesso man mano che sviluppano fiducia nei sistemi di assistenza. La ricerca ha studiato il comportamento alla guida di 20 volontari per un mese mentre acquisivano familiarità con le funzionalità avanzate di assistenza alla guida. Dopo un mese, i conducenti erano molto più propensi a perdere la concentrazione o a staccare le mani dal volante quando utilizzavano l’automazione. In base ai risultati della ricerca dell’IIHS e alle conclusioni dell’inchiesta della Dutch Safety Board, l’ETSC ha ribadito la sua richiesta ai regolatori di rivedere i requisiti attuali relativi ai fattori umani per i sistemi di assistenza al mantenimento della corsia come Pilot Assist.
Metto però in evidenza che, sebbene queste tecnologie presentino promettenti benefici per la sicurezza, sono progettate per funzionare in combinazione con comportamenti di guida adeguati. Consideriamo poi anche che a breve diventerà cruciale l’impatto dei sistemi a guida altamente automatizzata, che potranno ridurre ulteriormente il rischio legato alla distrazione, ma che potrebbero anche presentare nuove sfide e rendere necessario potenziare la fase di formazione e addestramento (in particolare per autisti giovani e inesperti). Segnalo a tale proposito una approfondita ricerca svolta dal Dutch Safety Board ed invito gli interessati a dare un’occhiata a questo breve video.
Ti ubriachi in discoteca? E il governo italiano ti offre il taxi gratis. Non una gran trovata…
Il Ministero dei Trasporti italiano ha proposto nell’estate 2023 un servizio di taxi gratuito per coloro che, usciti da un locale notturno, risultano positivi all’alcol test. L’obiettivo è prevenire incidenti stradali causati da persone ubriache al volante. Il costo del servizio sarà coperto dai gestori dei locali, che potranno accedere a un fondo stanziato appositamente dal Ministero (quindi, il taxi gratis viene offerto dalla collettività). Il progetto è attualmente in fase sperimentale e coinvolge sei discoteche in Italia. I locali convenzionati con le società di taxi o NCC forniranno ai giovani che vorranno usufruire del servizio un voucher per avere diritto a una corsa gratuita. Tuttavia, la proposta ha ricevuto alcune critiche, tra cui l’inapplicabilità del servizio a causa del gran numero di persone che potrebbero aver diritto al voucher e la difficoltà di trovare taxi disponibili. Inoltre, i taxi convenzionati non possono percorrere tragitti superiori ai 20-30 chilometri all’interno del Comune in cui si trova la discoteca. Nonostante le critiche, il progetto è stato avviato e coinvolge alcune discoteche rinomate. Alla fine del periodo di prova, verrà valutata l’efficacia dell’iniziativa e si deciderà se estenderla ulteriormente.
A me non sembra una gran trovata, in quanto il messaggio è fortemente diseducativo: non incentiva certo a bere meno, anzi! Peraltro, anche se essere ubriachi in Italia non è considerato un reato in sé, lo stato di ubriachezza in pubblico è vietato (l’articolo 688 del Codice Penale stabilisce che chiunque si trovi in stato di manifesta ubriachezza in un luogo pubblico o aperto al pubblico è soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria compresa tra 51 e 309 euro, e se il fatto è commesso da chi ha già riportato una condanna per delitto non colposo contro la vita o l’incolumità individuale, la pena può essere dell’arresto da tre a sei mesi).
Sono ben altre le misure che vanno prese per ridurre il rischio di incidenti stradali.
Fretta e distrazione alla guida sul lavoro: comportamento sbagliato o problema organizzativo?
E qui un caso particolare: in caso di incidente dovuto ad uso del cellulare per motivi di lavoro, come verranno attribuite le responsabilità tra lavoratore (alla guida) e datore di lavoro? Cosa riportano le procedure aziendali in merito (ad esempio: l’uso del telefono è consentito o meno, in che condizioni, con quali dispositivi, ecc.)? Cosa è scritto nel Documento di Valutazione dei Rischi? Ricordo sempre che gli incidenti stradali costituiscono la prima causa di morte sul lavoro, per cui l’aspetto legato al rischio stradale in ambito lavorativo non va certamente trascurato. Così come non vanno trascurati gli aspetti organizzativi.
Conclusioni
Morale della storia: le nuove tecnologie si diffondono sempre più, ed entrano nelle auto con dispositivi che le rendono sempre più sicure. Ma potrebbero servire a poco, se poi ognuno di noi si continua a distrarre “volontariamente” (con il telefono o in altro modo) in quanto rassicurati magari dalla presenza dei dispositivi automatici, con il risultato di mettere a rischio la vita propria e quella degli altri!
Per ridurre il rischio di incidenti, è fondamentale lavorare sulla cultura stradale e sul rispetto delle regole del codice stradale, in particolare per quanto riguarda la sicurezza dei soggetti più vulnerabili come pedoni, ciclisti e disabili.
Le principali cause degli incidenti stradali, come abbiamo visto, sono tutte attribuibili al comportamento umano. Il problema di fondo è causato da superficialità, sottovalutazione del rischio e mancato rispetto di regole e persone. Quindi, se vogliamo ridurre gli incidenti stradali, la prima cosa da fare è… comportarci meglio!