Il buon funzionamento della mobilità delle persone nelle città passa attraverso un uso razionale del (poco) spazio disponibile. Ecco alcune buone pratiche per lo sviluppo della mobilità ciclabile in città. E le regole per i monopattini.

Premessa
Come dimostrato ormai da innumerevoli studi e ricerche, il buon funzionamento della mobilità delle persone nelle città passa attraverso un uso razionale del (poco) spazio disponibile. Ogni amministrazione deve lavorare sul proprio territorio cercando di trovare la ricetta giusta per il proprio specifico caso, razionalizzando l’uso delle strade in modo da trovare la soluzione che minimizzi la congestione e massimizzi l’efficienza (cioè la rapidità degli spostamenti e l’accessibilità delle aree). E, per ottimizzare il tutto, occorre lavorare con criterio sulle modalità che richiedono il minor spazio occupato mediamente da una persona durante i propri spostamenti, come la mobilità pedonale, quella ciclabile e quella condivisa (dal car-pooling al trasporto pubblico locale).
In questa pagina propongo alcune buone pratiche per lo sviluppo della mobilità ciclabile in città. Partiamo però da una brutta notizia.
Biciclette, camion e sensori
A fine agosto 2023, Francesca (28 anni) è morta a Milano travolta da un camion mentre era in sella alla sua bicicletta. Incidente che si aggiunge ad un triste elenco di persone morte negli scorsi mesi nella stessa città e nelle stesse circostanze.
Peraltro, giusto pochi giorni prima proprio a Milano era stato annunciato un pacchetto di misure di sicurezza per i mezzi pesanti. A partire dal 1°ottobre 2023, i veicoli pesanti saranno infatti soggetti a nuove regole che prevedono l’obbligo di sistemi di rilevamento di ciclisti e pedoni (ma per chi presenta un contratto d’acquisto di questi sistemi è prevista una proroga fino al 31 dicembre 2024).
Queste misure vanno nella giusta direzione, ma faccio comunque alcune considerazioni.
- Tempestività delle misure: sebbene le nuove norme siano un passo avanti, la loro efficacia immediata è dubbia, soprattutto considerando la proroga per l’acquisto dei sistemi di rilevamento fino al 31 dicembre 2024. In una situazione così critica, ci va bene attendere oltre un anno per vedere cambiamenti significativi? E sto parlando di dispositivi che, se non già in dotazione dei veicoli, costano appena 3-400 euro (a fronte di un costo sociale, per ogni vittima, che ammonta a 1.800.000 euro).
- Integrazione con altre soluzioni: la sicurezza stradale non può essere garantita solo attraverso misure per i mezzi pesanti. È necessario un approccio a 360°, che includa infrastrutture più sicure, sensibilizzazione dei cittadini e formazione degli autisti.
- Focalizzazione su tutte le forme di mobilità: mentre l’attenzione è concentrata su mezzi pesanti e biciclette, non dobbiamo dimenticare altri utenti della strada come pedoni e utenti di monopattini. Come possono essere inclusi in un quadro complessivo di sicurezza stradale?
- Coinvolgimento dei cittadini e degli stakeholder: È fondamentale avere un dialogo aperto con tutti gli attori coinvolti, comprese comunità accademica e organizzazioni civili, per formulare politiche più efficaci.
È necessario che Milano, come tante altre città, acceleri gli sforzi per rendere le strade più sicure. Ogni giorno che passa senza un’azione significativa rappresenta un altro giorno di rischio inaccettabile.
Il Biciplan – il piano della mobilità ciclabile
Per facilitare la mobilità ciclabile è utile implementare specifici piani di settore, come i Biciplan. Ecco alcuni spunti utili su questo tema:
- I biciplan o piani della mobilità ciclistica sono piani strategici che promuovono la mobilità ciclistica urbana, individuando i principali percorsi ciclabili da realizzare in una città o area metropolitana.
- La redazione dei biciplan è obbligatoria per le città metropolitane e i comuni sopra i 100.000 abitanti, facoltativa per quelli più piccoli. Tipicamente, sono piani settoriali nell’ambito dei PUMS.
- I biciplan prevedono la realizzazione di reti di piste ciclabili, interventi di moderazione del traffico, parcheggi e servizi per le bici, con l’obiettivo di aumentare gli spostamenti urbani in bicicletta.
- Le associazioni locali promuovono e sostengono l’adozione dei biciplan per sviluppare la mobilità ciclistica urbana.
- Tra le città che hanno adottato un biciplan ci sono Milano, Roma, Firenze, Bologna, Napoli.
Le iniziative formative
In Italia, ci sono diverse iniziative di formazione riguardanti la mobilità ciclabile. Eccone alcune:
- Progetto “LIFE PREPAIR”: un’attività formativa per la pubblica amministrazione, FIAB e Regione, che si concentra sulla promozione della mobilità ciclabile.
- UniBike: nata a Bologna, UniBike offre corsi di alta formazione di ciclismo urbano e mobilità nuova per favorire l’utilizzo della bicicletta in città e garantire la sicurezza dei ciclisti.
- Esperto Promotore della Mobilità Ciclistica: un corso post-lauream dell’Università di Verona, organizzato in collaborazione con Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) e l’Associazione Esperti Promotori della Mobilità Ciclistica. Il corso forma professionisti con competenze specifiche nella promozione della mobilità ciclistica urbana e territoriale.
Queste iniziative di formazione coprono diversi aspetti della mobilità ciclabile, dalla progettazione di infrastrutture ciclabili, alla promozione della mobilità sostenibile e alla sicurezza dei ciclisti.
Vi consiglio inoltre di consultare quanto presente su Bikeitalia.it, uno dei migliori spazi web italiani dedicati al mondo della mobilità ciclabile.
Consigli per ciclisti e automobilisti
Riprendo a questo proposito un contributo di Luca Pascotto, che fornisce consigli e suggerimenti a ciclisti ed automobilisti per migliorare ognuno il proprio comportamento e ridurre il rischio di incorrere in un incidente stradale e le relative conseguenze. Invito amministrazioni, associazioni e singoli cittadini a leggere, ricordare e divulgare quanto segue. E, naturalmente, a metterlo in pratica.
Che cosa i ciclisti vorrebbero che gli automobilisti sapessero
I ciclisti sono ovviamente più vulnerabili e in questo senso i conducenti dovrebbero avere un maggior riguardo soprattutto in mancanza di corsie dedicate o piste ciclabili. inoltre, i ciclisti si sentono minacciati da una guida non prudente o poco attenta soprattutto in alcune situazioni ad alto rischio (guida nelle rotonde, strade a più corsi e, in generale, ogni qualvolta un’auto può cambiare direzione e velocità). Occorre poi aggiungere che i ciclisti possono dover evitare ostacoli (buche, scarichi, detriti, auto in doppia fila) e quindi possono invadere parte della carreggiata riservata alle auto. Infine, bisogna considerare che i fari abbaglianti, ovviamente, danno fastidio anche ai ciclisti, come del resto a tutti gli utenti della strada.
Quindi, se sei un automobilista, considera quanto segue. Pensa che potresti incontrare una bicicletta. Non sei in Olanda o a Copenhagen, dove sai per certo che ci sono ciclisti. Per cui serve una maggiore attenzione. Inoltre, guida lentamente nelle zone urbane rispettando i limiti e facendo attenzione soprattutto nel cambiare direzione e nelle intersezioni verso destra. Ancora: tieni presente che un ciclista possa cambiare direzione a causa di una buca, di un ostacolo o, in casi di brutto tempo, a causa del vento. Infine, considera che le curve a sinistra per un ciclista richiedono più spazio e più tempo: prevedi questi momenti. Quando lasci l’auto in sosta sulla carreggiata accertati prima di aprire la portiera che non ci sia un ciclista in arrivo. Usa lo specchietto, ovviamente non fa rumore.
Che cosa gli automobilisti vorrebbero che i ciclisti sapessero
Per un automobilista è seccante incontrare di notte un ciclista senza fari, che passa col rosso e che non rispetta le principali norme di circolazione. Peraltro, un’auto ha una velocità più elevata di una bicicletta e i tempi di reazione, anche a velocità contenute, sono molto più elevati. Inoltre, i ciclisti dovrebbero rendersi più visibili, indossando ad esempio un giubbetto riflettente. È molto più facile per un’automobilista considerare i movimenti dell’utente più vulnerabile. Occorre ricordare inoltre che un’automobilista si trova a disagio se il ciclista ha un andamento indeciso o dimostra poca attenzione magari ascoltando della musica in cuffia. Allo stesso modo, un’automobilista non ha la stessa percezione della strada che può avere un ciclista (presenza di buche pozzanghere, tombini, ostacoli ecc.)
Se sei un ciclista quindi fai attenzione ai suggerimenti che seguono. Segui ovviamente le regole del codice della strada. Non passare con il rosso, e non attraversare la strada in diagonale se non in presenza di una situazione protetta. Usa le piste ciclabili, se sono presenti, anche se avessero un percorso più lungo: sono più sicure e limitato i possibili punti di conflitto. Attento nelle aree pedonali: sei un’utente debole, ma i pedoni sono ancora più vulnerabili in caso di urto con una bicicletta. E comunque, attraversa la strada sulle strisce pedonali se presenti. Cerca inoltre di anticipare il comportamento di un’automobile, se di fronte a te. Renditi visibile, non ti vergognare delle bretelle o del giubbetto riflettente. Preferisci gli abiti chiari e usa sempre le luci, possibilmente anche di giorno (ti rendono più visibile!). Poi, mostra per tempo i movimenti che intendi fare (es. avambraccio a sinistra per indicare l’intenzione di svoltare a sinistra), e spostati quando è sicuro e conveniente. Infine, se viaggi in compagnia di altri ciclisti rimanete uno dietro l’altro se mancano le piste ciclabili: se viaggiate affiancati i rischi aumentano.
Monopattini: cosa dice il Codice della Strada.
I monopattini elettrici sono equiparati alle biciclette nel Codice della Strada, purché abbiano una potenza massima di 0,50 kW. Questo significa che i monopattini elettrici possono circolare sulle strade urbane con limite di velocità di 50 km/h, sulle piste ciclabili e nelle aree pedonali dove è consentita la circolazione dei velocipedi. Tuttavia, ci sono alcune regole specifiche per i monopattini elettrici:
- I monopattini elettrici possono circolare sulle strade urbane con limite di velocità di 50 km/h, sulle piste ciclabili e nelle aree pedonali dove è consentita la circolazione dei velocipedi.
- Il limite di velocità per i monopattini elettrici è di 20 km/h, e di 6 km/h nelle aree pedonali.
- I conducenti dei monopattini devono avere compiuto 14 anni.
- I conducenti di età compresa tra 14 e 18 anni devono indossare il casco.
- I monopattini devono essere dotati di indicatori luminosi di svolta e di freno su entrambe le ruote (luci e stop) a partire dal 1° gennaio 2024.
- I conducenti devono indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità di notte, a partire da mezz’ora dopo il tramonto e durante tutto il periodo dell’oscurità.
- È vietata la circolazione dei monopattini a propulsione prevalentemente elettrica sui marciapiedi, a meno che non siano condotti o trasportati a mano.
- I Comuni possono individuare con ordinanza aree di sosta riservate ai monopattini anche sul marciapiede, purché sia assicurata la regolare e sicura circolazione dei pedoni e delle persone con disabilità.
In caso di violazione delle norme, sono previste sanzioni che variano da un minimo di 42 euro a un massimo di 168 euro, secondo l’articolo 158 del Codice della Strada.
Conclusioni
In conclusione, l’incentivazione della mobilità ciclabile nelle città è fondamentale per promuovere uno stile di vita sostenibile, ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Per raggiungere questi obiettivi, è importante seguire alcune buone pratiche:
- Pianificazione: sviluppare piani strategici e integrati per la mobilità ciclistica (i Biciplan);
- Infrastrutture: realizzare infrastrutture adeguate, come piste e corsie ciclabili, sottopassaggi, passerelle e parcheggi per biciclette, per garantire la sicurezza e la comodità dei ciclisti.
- Intermodalità: promuovere l’integrazione tra la mobilità ciclabile e i mezzi di trasporto pubblico, facilitando il trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici e creando servizi di noleggio e deposito presso le stazioni.
- Educazione e formazione: offrire corsi e iniziative di formazione per cittadini, amministratori e professionisti, al fine di diffondere la cultura della mobilità ciclabile e promuovere comportamenti responsabili.
- Promozione e incentivi: implementare campagne di sensibilizzazione e incentivare l’uso della bicicletta attraverso sconti, agevolazioni fiscali e premi per chi sceglie di spostarsi in bicicletta.
Seguendo queste buone pratiche, le città possono diventare luoghi più vivibili, sostenibili e accoglienti per tutti, contribuendo a un futuro più verde e salutare.