Rendere sostenibile ed efficiente il trasporto urbano delle merci è possibile.
La risposta esiste, e si declina attraverso diversi strumenti operativi: l’organizzazione, l’uso e la condivisione di mezzi a basso impatto, la ricerca dell’efficienza su carichi e percorsi.
Intanto, una considerazione…
Premettendo che Amazon non ha certo bisogno della mia pubblicità, segnalo quanto ho letto sul The Guardian, in merito alla nuova modalità di distribuzione dei pacchi in ambito urbano effettuata a Londra tramite bici cargo elettriche. In pratica, parliamo di mini-furgoncini a pedalata assistita.
Come non mi stancherò mai di ripetere, dobbiamo fare di tutto per interrompere l’emissione di CO2 in atmosfera. Nell’ambito della mobilità, soprattutto cittadina, ci sono ormai tante soluzioni tecnologiche che lo consentono.
Mi auguro di vedere presto veicoli come questo sempre più presenti nelle città di tutto il mondo. Quale che sia il marchio sul mezzo che porta i pacchi.

La distribuzione urbana delle merci
Perché trasportiamo le merci? La risposta sembra banale e scontata: non tutto quello di cui ognuno di noi ha bisogno è sempre disponibile a due passi da casa propria.
In una certa misura, quindi, il trasporto delle merci è necessario ed inevitabile. Il problema da risolvere è capire come limitare gli impatti ambientali e sulla mobilità delle città.
La domanda giusta da porsi non è perché trasportiamo le merci, ma come trasportiamo le merci? La risposta concreta a questa domanda viene data dalle amministrazioni e dagli organi politici (locali, nazionali, internazionali), ed è importante che a tutti i livelli sia orientata verso il perseguimento degli stessi obiettivi: efficienza, efficacia, economia e sostenibilità ambientale.
Per comprendere il problema occorre innanzitutto focalizzarsi sui mezzi “leggeri” per la distribuzione urbana delle merci, che lavorano spesso in conto proprio, su distanze brevi e quasi sempre con ritorni a vuoto. Occorre tenere presente che l’ingombro dei camion in città può provocare alti livelli di congestione, pur costituendo essi, in generale, solo una piccola quota dei veicoli stradali. E la congestione stradale equivale, ogni anno, a forti perdite economiche per chi ne è soggetto, a causa del tempo perso nel traffico.
Tra le migliori pratiche ci sono i progetti di City Logistics, ad oggi già realizzati in diversi luoghi, che incentivano gli operatori ad utilizzare i propri mezzi in modo più efficiente o a sostituirli con mezzi meno inquinanti. Sono interessanti anche i progetti dei “Centri di Distribuzione Urbana”, attraverso i quali la distribuzione delle merci viene progressivamente affidata ad un unico operatore (generalmente pubblico).
Per l’effettuazione delle consegne urbane, numerose città e diversi operatori hanno puntato su veicoli elettrici, che consentono di abbattere il rumore e le emissioni inquinanti nelle città (ma è importante naturalmente ricordare che, per avere una mobilità pulita al 100%, deve essere pulita anche la fonte con cui si produce la stessa elettricità, altrimenti si ottiene un risultato solo parziale).
Esistono poi forme di condivisione dei trasporti, analogamente a quanto avviene per gli spostamenti delle persone. Si parla in tal caso di Van Sharing, cioè di condivisione di un veicolo commerciale da utilizzare per il trasporto delle merci. Analogamente al car sharing, sono previste per gli utilizzatori del servizio una serie di agevolazioni per favorire l’accessibilità alle zone centrali della città (es. sosta gratuita nelle zone blu, libero accesso alla ZTL ed alle corsie e vie riservate, la libera circolazione in caso di targhe alterne). Anche la struttura tariffaria è simile a quella del car sharing, con una quota fissa annuale un costo orario ed un costo chilometrico, con carburante compreso nel prezzo.
Non vanno poi sottovalutate le situazioni in cui la città è attraversata da veicoli che trasportano sostanze pericolose. Non parliamo quindi in questo caso di consegne a domicilio nelle abitazioni o nei negozi, ma di forniture molto particolari. In questi casi, soprattutto per le situazioni più complesse, è importante che il Comune coinvolto adotti uno studio specifico per ottimizzare tali trasporti e ridurre i rischi.
Conclusioni
Per concludere, riporto le parole di Anna Donati, responsabile mobilità di Kyoto Club.
“Per le consegne in città servono servizi di logistica urbana sostenibile delle merci, efficienti e con veicoli elettrici. Non solo, va riorganizzato lo stesso sistema di distribuzione, mediante transit point, servizi consegna multiprodotti, piazzole di sosta prenotabili, centri di distribuzione di prossimità: l’obiettivo è risparmiare traffico. Vanno promossi il conto terzi e i veicoli elettrici, con sistemi premiali sulle regole di accesso alle ZTL (orari, tariffe). Le amministrazioni devono sostenere lo sviluppo della logistica a pedali, cargobike con piazzole e spazi dedicati. Infine, servono innovazioni di servizio per la consegna e ritiro dei prodotti acquistati online, mediante installazione di locker, punti di ritiro e spazi disseminati nella città dove transitano o vivono le persone. Tutte queste azioni devono stare dentro il Piano urbano della mobilità sostenibile, in un capitolo dedicato alla logistica sostenibile”.
Non occorre aggiungere altro.