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Taxi, NCC, Uber. Caratteristiche e criticità del trasporto pubblico non di linea.

Taxi, NCC e Uber rappresentano modelli diversi di trasporto non di linea, oggi al centro di un intenso dibattito in Italia. In questo articolo analizzo regole, conflitti, novità normative e proposte di riforma, compresa l’iniziativa popolare “Articolo 16” e il recente decreto governativo, attualmente sospeso dopo le osservazioni critiche dell’Unione Europea.



Premessa

Negli ultimi anni, il settore del trasporto pubblico non di linea in Italia è al centro di un acceso dibattito, che coinvolge istituzioni, operatori, piattaforme digitali e cittadini. Le trasformazioni tecnologiche, le mutate esigenze di mobilità e le tensioni tra modelli tradizionali e innovativi hanno reso evidente la necessità di aggiornare regole, strumenti e approcci. In questo scenario complesso, diventa fondamentale comprendere le caratteristiche dei diversi servizi, le ragioni dei conflitti, le evoluzioni normative in corso e le prospettive future. In questo articolo raccolgo fatti, dati e provvedimenti recenti per offrire un quadro chiaro e aggiornato sul tema.

Taxi, NCC ed Uber

In Italia, i servizi di taxi, NCC (Noleggio Con Conducente) e Uber presentano diverse caratteristiche e regolamentazioni.

I taxi in Italia sono un mezzo di trasporto pubblico non di linea, regolato dalla Legge 21 del 15/01/1992. Sono disponibili su strada e possono essere prenotati tramite servizi telefonici o telematici. Le tariffe sono determinate amministrativamente dagli organi competenti, e i veicoli devono essere muniti di tassametro omologato. È importante notare che recenti interventi legislativi, come il Decreto-Legge 104/2023, hanno autorizzato un incremento fino al 20% delle licenze già rilasciate in alcuni comuni per far fronte alla crescente domanda e ai disagi nel servizio.

Il servizio NCC è un servizio pubblico non di linea, anch’esso regolamentato dalla Legge 21 del 15/01/1992. A differenza dei taxi, il servizio NCC deve essere svolto esclusivamente a seguito di prenotazione. I veicoli NCC possono operare su tutto il territorio nazionale e internazionale. Recentemente, l’Ordinanza n. 35/2024 della Corte Costituzionale (pdf) ha dichiarato illegittima la norma del 2018 che bloccava il rilascio di nuove autorizzazioni per il servizio NCC in attesa della creazione del registro elettronico nazionale. Questo ha riaperto la possibilità di rilasciare nuove concessioni, una misura particolarmente rilevante per ampliare l’offerta e rispondere alle esigenze di mobilità.

Uber è una piattaforma digitale che permette di prenotare un’auto con conducente tramite un’applicazione. In Italia, Uber opera legalmente con restrizioni e offre un servizio che si avvale principalmente di autisti NCC o di tassisti regolarmente abilitati. Gli autisti devono possedere, oltre alla patente di guida, il Certificato di Abilitazione Professionale (CAP) e devono essere iscritti al Ruolo dei conducenti. Il pagamento avviene esclusivamente in modo digitale, e il costo del viaggio è trasparente e stabilito a priori. Rispetto ad altri Paesi, Uber in Italia offre un servizio regolamentato e con costi spesso superiori, riflettendo le specificità normative locali.

Dal punto di vista trasportistico, questi servizi consentono di spostarsi senza dover utilizzare un’auto propria e si pongono come complementari rispetto ai servizi di trasporto pubblico. I taxi sono generalmente più adatti per spostamenti non pianificati e brevi tratte circoscritte al territorio comunale. Il servizio NCC offre maggiore flessibilità e personalizzazione, risultando ideale per occasioni speciali o trasferimenti da/per aeroporti, stazioni ferroviarie e porti. Uber, laddove disponibile, rappresenta un’alternativa tecnologicamente avanzata grazie alla sua applicazione intuitiva, ai pagamenti digitali e ai costi determinati in anticipo. Una migliore integrazione con il trasporto pubblico, come abbonamenti multimodali o piattaforme condivise, potrebbe favorire una mobilità più efficiente e sostenibile.

Da cosa nascono i conflitti tra i servizi di taxi, NCC e Uber?

In Italia, i conflitti tra i servizi di taxi, NCC (Noleggio Con Conducente) e Uber riguardano principalmente la concorrenza, la regolamentazione e le tariffe. Ogni servizio ha le proprie preoccupazioni e interessi, che possono entrare in conflitto con gli altri.

I tassisti italiani hanno espresso preoccupazioni riguardo alla concorrenza sleale da parte di Uber e delle piattaforme simili. Essi sostengono che Uber viola le leggi e i regolamenti sui taxi, operando senza le necessarie licenze e autorizzazioni. Inoltre, i tassisti si sono opposti alla liberalizzazione del mercato che consentirebbe a NCC e Uber di operare senza limitazioni, temendo una svalutazione delle loro licenze (che sono regolate, va detto, da una normativa ormai vetusta). Hanno organizzato proteste e scioperi in diverse città italiane per esprimere le loro preoccupazioni e richiedere un intervento normativo. Ma il servizio è molto carente in varie città, tanto che, recentemente, il Decreto-Legge 104/2023 ha introdotto la possibilità per i Comuni di aumentare il numero di licenze taxi fino al 20% delle esistenti.

Gli operatori NCC si trovano in una posizione intermedia tra i taxi e Uber. Essi offrono tipicamente un servizio più flessibile e personalizzato rispetto a quello dei taxi, e spesso operano su servizi ripetitivi (es. navette aziendali) o su prenotazione. Lamentano la presenza di vincoli normativi che li obbligano a rientrare in autorimessa al termine di ogni servizio, cosa che impedisce loro di “prendere chiamate al volo”, come invece possono fare tassisti e conducenti di Uber. L’Ordinanza n. 35/2024 della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma del 2018 che bloccava il rilascio di nuove autorizzazioni per il servizio NCC in attesa del registro elettronico nazionale. Questa decisione ha riaperto la possibilità di concedere nuove licenze, rappresentando un passo importante per affrontare la carenza di servizi e migliorare l’offerta complessiva.

Uber è stata al centro di controversie legali in Italia, con sentenze che ne hanno limitato l’operatività nel Paese. La piattaforma è stata accusata di concorrenza sleale nei confronti dei tassisti e di violazione delle leggi e regolamenti locali. Uber ha cercato di adattarsi alle normative italiane, collaborando esclusivamente con autisti professionali (come quelli degli operatori NCC), ma continua a ricevere critiche e opposizioni da parte dei tassisti, che la vedono come una concorrente.

I ricavi dei tassisti

Tornando ai taxi, va rilevato che i tassisti sono al centro delle polemiche in quanto, mediamente, un tassista dichiara un reddito imponibile annuo di 15.000 euro, cioè 1.250 euro al mese. E, considerando una media di 20 giorni lavorativi al mese (come tutti i lavoratori), vorrebbe dire un guadagno di circa 60 euro al giorno. Valore inverosimile, come può confermare chiunque viaggi in taxi, considerando il prezzo che paga anche per una corsa di pochi minuti.

L’articolo 10 della Legge di Bilancio 2025 introduce di conseguenza l’obbligo di tracciabilità delle spese di trasferta per poterle dedurre fiscalmente. Questa misura riguarda non solo le spese di vitto e alloggio, ma include le spese per il trasporto, come quelle sostenute per i taxi e i servizi di noleggio con conducente (NCC). Dunque, a partire dal 1° gennaio 2025, per ottenere la deduzione fiscale sarà necessario effettuare i pagamenti tramite mezzi tracciabili, come bancomat o carte di credito. L’obiettivo è contrastare sia l’evasione fiscale da parte degli operatori del settore, che potrebbero non dichiarare tutti i ricavi, sia eventuali abusi da parte di imprese o professionisti che dichiarano costi superiori a quelli effettivamente sostenuti.

I problemi degli NCC

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha recentemente sospeso alcune disposizioni del decreto ministeriale 226/2024, emanato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, riguardante il settore del Noleggio con Conducente (NCC). In particolare, il TAR ha ritenuto illegittimo l’obbligo di una pausa di 20 minuti tra un servizio e l’altro, giudicandolo un vincolo non ragionevole né proporzionato.

Inoltre, è stata sospesa la modalità di registrazione dei vettori all’applicazione del Foglio di Servizio Elettronico (Fdse), che prevedeva l’attivazione delle credenziali su un singolo dispositivo, considerata una limitazione eccessiva e potenzialmente dannosa per l’operatività degli operatori in caso di malfunzionamenti del dispositivo stesso.

Il TAR ha anche censurato la disposizione che vietava agli operatori NCC di stipulare contratti con committenti che svolgono attività di intermediazione, come agenzie di viaggio, alberghi, tour operator e piattaforme come Uber, ritenendo tale divieto una limitazione ingiustificata dell’autonomia negoziale degli NCC.

La trattazione nel merito del ricorso è fissata per il 4 giugno 2025. Nel frattempo, il Ministero delle Infrastrutture ha dichiarato che la decisione del TAR non altera il processo di attuazione dei decreti sulla regolazione di taxi e NCC, sottolineando l’impegno a combattere l’abusivismo nel settore e a garantire servizi di qualità ai cittadini. Le associazioni di categoria hanno accolto con favore la decisione del TAR, considerandola un passo importante verso una regolamentazione più equa del settore.

Le linee guida dell’Autorità di regolazione dei trasporti

C’è poi un documento importante da considerare; le “Linee guida in materia di adeguamento del servizio taxi per Regioni ed Enti Locali (pdf)”, emanate nel 2022 dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) con la Delibera n. 46/2022. Questo documento affronta aspetti specifici dell’adeguamento del servizio taxi, fornendo indicazioni dettagliate su diversi ambiti chiave:

  • Contingente: Si riferisce ai principi riguardanti il numero di taxi e la loro distribuzione per soddisfare la domanda.
  • Organizzazione del servizio: Questa sezione copre l’organizzazione del servizio taxi, inclusi i metodi di chiamata e come i servizi di intermediazione tra domanda e offerta vengono gestiti. Viene incoraggiato l’utilizzo di piattaforme telematiche per migliorare l’accessibilità e la trasparenza.
  • Tariffe: Tratta dei principi che riguardano la strutturazione delle tariffe dei taxi, basandosi sui costi diretti efficienti e garantendo sostenibilità economica per gli operatori e accessibilità per i cittadini.
  • Qualità del servizio: Si focalizza sui criteri per assicurare che il servizio taxi sia di alta qualità, con attenzione alla puntualità, alla sicurezza e alla soddisfazione degli utenti.
  • Dati e Indicatori: Descrive i dati e gli indicatori che possono essere utili per monitorare il servizio taxi, inclusi tempi di attesa, percentuali di soddisfazione e copertura territoriale.
  • Indagine periodica dell’Autorità: L’ultima parte è dedicata a come l’Autorità condurrà indagini periodiche per valutare il servizio e proporre eventuali miglioramenti.

Un elemento di rilievo introdotto successivamente è la possibilità di emettere licenze temporanee durante i periodi di picco della domanda, come eventi di grande affluenza o stagionalità turistica, per ridurre i disagi degli utenti e migliorare l’offerta complessiva del servizio.

Le Linee guida si concentrano specificamente sul servizio di trasporto pubblico non di linea attraverso taxi e tengono conto della relazione tra il servizio taxi e altri servizi di trasporto pubblico locale. La metodologia si basa su un’analisi economica del mercato dei trasporti non di linea, considerando le differenze tra servizi soggetti a obblighi di servizio pubblico e quelli che non lo sono. Dal punto di vista soggettivo, le Linee guida sono indirizzate ai Comuni e alle Regioni in quanto soggetti competenti in materia e influenzano gli operatori dei servizi taxi e i titolari di piattaforme di intermediazione. Per quanto riguarda l’ambito temporale, le Linee guida forniscono indicazioni che sono applicabili dal momento della loro adozione da parte dell’Autorità.

È importante notare che le Linee guida non impongono una modifica immediata, ma piuttosto forniscono gli strumenti per monitorare l’adeguatezza dell’offerta nel tempo e identificare le soluzioni appropriate da implementare. In particolare, sottolineano la necessità di aumentare il numero delle licenze taxi, laddove necessario, e di migliorare l’organizzazione del servizio per rispondere ai disagi a cui i cittadini sono sottoposti. In molte città, gli utenti lamentano lunghe attese, specie in orari serali o notturni, o in aree meno servite. La corretta applicazione delle Linee guida può contribuire significativamente a ridurre questi disagi e a garantire un servizio più efficiente e accessibile per tutti.

Le amministrazioni locali devono considerare queste linee guida come un’opportunità per integrare tecnologia, monitoraggio continuo e un maggiore coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale. Solo attraverso una pianificazione strategica e un costante aggiornamento del servizio sarà possibile assicurare un trasporto pubblico non di linea di qualità.

Croccio equilibrato che garantisca un sistema di trasporto su strada efficiente, sicuro e accessibile per tutti i cittadini, promuovendo al contempo la concorrenza leale tra gli operatori. L’utilizzo di tecnologie innovative, l’armonizzazione normativa e la partecipazione attiva dei cittadini rappresentano elementi chiave per il successo di queste politiche.

Gennaio 2025: Uber Taxi arriva a Bologna: un esempio di collaborazione vincente

A partire dal 28 gennaio 2025, Uber ha lanciato il servizio Uber Taxi a Bologna, ampliando l’offerta di trasporto disponibile per cittadini e visitatori. Questo servizio consente di richiedere una corsa direttamente dall’app Uber, offrendo una modalità semplice e moderna per spostarsi in città. Prima dell’introduzione di Uber Taxi, Bologna era servita dal servizio Uber Black, un’opzione premium con veicoli di alta gamma e autisti professionisti. L’arrivo di Uber Taxi rappresenta un’evoluzione significativa, poiché segna un punto d’incontro tra i taxi tradizionali e le nuove piattaforme digitali, offrendo un’alternativa conveniente e accessibile per i passeggeri. Questo cambiamento non solo facilita la mobilità urbana, ma evidenzia l’importanza della collaborazione tra piattaforme innovative come Uber e i servizi di trasporto tradizionali. È un esempio concreto di come lavorare insieme possa portare benefici reciproci e migliorare l’offerta complessiva per gli utenti, evitando conflitti inutili e promuovendo un approccio inclusivo al cambiamento.

Marzo 2025: viene lanciata la raccolta firme per una nuova proposta di legge che vara a regolare il settore.

Il Comitato “Articolo16”, in collaborazione con “Radicali Italiani” e “MuoverSì”, ha depositato una proposta di legge di iniziativa popolare volta a ridefinire il quadro normativo del trasporto pubblico non di linea. L’iniziativa, identificata con il numero 2800000, mira a introdurre una nuova disciplina per i servizi svolti a richiesta – come taxi, NCC e piattaforme digitali – riunificandoli sotto la definizione di trasporto al pubblico.

La proposta prevede l’abolizione del sistema attuale delle licenze taxi contingentate, sostituendolo con un regime autorizzativo regionale più flessibile e uniforme per tutti gli operatori. Viene introdotta la possibilità di operare su richiesta attraverso ogni modalità disponibile, anche tramite strumenti digitali, con l’obiettivo dichiarato di garantire libertà di scelta agli utenti e favorire una maggiore integrazione tra trasporto privato e pubblico, anche in ottica ambientale.

Il testo regola in modo distinto i servizi taxi e NCC: i primi continuano a operare con sosta in aree pubbliche o su chiamata immediata, mentre i secondi devono essere prenotati in anticipo, ma potranno accedere a ZTL e corsie preferenziali come il trasporto pubblico locale. È prevista inoltre l’introduzione di una figura professionale obbligatoria, il “direttore tecnico NCC”, e una serie di requisiti per conducenti e veicoli (compresi standard ambientali, accessibilità e uso di POS per i pagamenti elettronici).

La proposta include un periodo transitorio di 12 mesi, durante il quale le licenze e le autorizzazioni già in vigore verranno convertite, con la possibilità di avviare progetti sperimentali per nuove modalità di servizio o integrazione con il trasporto pubblico locale.

È possibile leggere il testo completo e firmare la proposta attraverso la pagina della raccolta firme.

Aprile 2025: dall’Europa arrivano dubbi sulla proposta del governo.

Una proposta del governo per regolamentare taxi, NCC e piattaforme digitali. A fine aprile 2025, il governo italiano ha presentato un nuovo decreto-legge (il “decreto Piattaforme”) per disciplinare in modo più rigoroso il settore del trasporto non di linea, includendo taxi, NCC (noleggio con conducente) e piattaforme digitali come Uber e Freenow. Il testo, elaborato dal Ministero dei Trasporti, nasce in un contesto segnato dalle pressioni delle categorie tradizionali, in particolare i tassisti, e intende affrontare le tensioni crescenti sul fronte della concorrenza tra servizi classici e operatori digitali.

Limitazioni per app e piattaforme digitali. Tra le misure principali, il decreto vieta alle app di mostrare agli utenti – prima della prenotazione – i tempi d’attesa e i prezzi delle corse taxi e NCC. Questa disposizione punta a ridurre la concorrenza percepita dai tassisti, ma limita la possibilità per il consumatore di scegliere il servizio più rapido o conveniente. Inoltre, viene imposto l’oscuramento della destinazione: gli autisti non possono conoscere in anticipo il luogo da raggiungere, per evitare che selezionino solo le corse più redditizie.

Norme più restrittive per gli NCC. Per i servizi NCC, il decreto conferma l’obbligo di rientro in rimessa tra un servizio e l’altro e introduce un tempo minimo di attesa di 20 minuti prima dell’accettazione di una nuova corsa. Vengono inoltre introdotte regole che potrebbero risultare discriminatorie nei confronti delle piattaforme con sede all’estero, sollevando dubbi sulla compatibilità con il diritto europeo.

Un registro nazionale per monitorare attività e autorizzazioni. Viene istituito un Registro elettronico nazionale per censire le autorizzazioni e monitorare l’attività di taxi e NCC, con l’obiettivo di contrastare l’abusivismo e garantire una maggiore trasparenza del settore.

L’Unione Europea avvia la procedura Tris. Il decreto è stato notificato alla Commissione Europea attraverso la procedura Tris, obbligatoria per tutte le normative nazionali che possono incidere sulla libera circolazione dei servizi nel mercato unico. Bruxelles ha espresso varie perplessità, sospendendo l’iter della proposta fino almeno a giugno 2025.

Dubbi europei su concorrenza, innovazione e privacy. Le principali criticità sollevate riguardano il divieto di confronto tra tempi e prezzi, ritenuto contrario ai principi di trasparenza e concorrenza. La Commissione ha anche contestato il trattamento sfavorevole delle piattaforme estere e le limitazioni all’uso di tecnologie innovative. Altri rilievi riguardano la gestione dei dati personali e gli obblighi di comunicazione previsti dal provvedimento.

La Commissione chiede modifiche per garantire proporzionalità e tutela dei consumatori. In linea con la normativa comunitaria, Bruxelles ha ricordato che eventuali restrizioni all’attività delle piattaforme digitali devono essere giustificate da motivazioni concrete, proporzionate e non discriminatorie. L’attuale testo del decreto, secondo l’Europa, rischia di ostacolare ingiustificatamente la concorrenza e l’innovazione.

Reazioni contrastanti e futuro incerto del decreto. Le reazioni degli operatori del settore sono state divergenti. Le piattaforme digitali, come Uber, hanno criticato la proposta per la scarsa attenzione ai diritti dei consumatori e alla modernizzazione del servizio. I tassisti, invece, si mostrano divisi: alcuni sostengono le nuove regole come strumento di tutela, altri temono la perdita di clientela. Alla luce delle osservazioni della Commissione, il decreto è stato sospeso e il governo dovrà rivedere il testo per adeguarlo alle richieste europee. Un’eventuale approvazione definitiva prima dell’estate appare improbabile.

Una riforma ancora in fase di stallo. La proposta del governo italiano rappresenta un tentativo di regolamentare un settore in rapida evoluzione, ma le misure adottate hanno suscitato dubbi significativi a livello europeo. L’iter è attualmente bloccato, e il futuro della riforma dipenderà dalla capacità dell’esecutivo di trovare un equilibrio tra tutela dei servizi tradizionali, innovazione digitale e rispetto delle normative europee.

Conclusioni

Un settore in trasformazione, tra norme da aggiornare e nuovi equilibri da costruire.
Il mondo del trasporto pubblico non di linea in Italia – che include taxi, NCC e piattaforme digitali – si trova oggi in una fase cruciale. Tra esigenze di modernizzazione, tutela del lavoro, pressione dell’innovazione tecnologica e richieste di maggiore efficienza da parte degli utenti, il quadro normativo si sta evolvendo in modo complesso e spesso conflittuale. Le decisioni delle istituzioni nazionali, le iniziative popolari e le osservazioni dell’Unione Europea mostrano chiaramente quanto sia delicato l’equilibrio da trovare tra interessi diversi e legittimi.

Serve un approccio regolatorio più lungimirante e condiviso.
Il dibattito in corso mette in evidenza l’urgenza di una riforma organica e coerente, capace di garantire trasparenza, concorrenza leale, qualità del servizio e tutela degli utenti. Una riforma che non si limiti a proteggere posizioni acquisite, ma sappia promuovere innovazione e integrazione tra tutti gli attori del settore, anche in ottica ambientale e sociale. In gioco non c’è solo la disciplina di un comparto economico, ma la qualità della mobilità quotidiana per milioni di persone.