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Taxi, NCC, Uber. Caratteristiche dei servizi, conflitti e possibili soluzioni.

Le ultime notizie su taxi, NCC ed Uber. Le differenze tra i diversi servizi ed i conflitti. Le linee guida dell’Autorità di regolazione dei trasporti. E le mie considerazioni su cosa dovrebbero fare le istituzioni a tutela dei cittadini e del buon funzionamento del mercato.


uber taxi

Partiamo dalle ultime notizie.

Sappiamo bene dei problemi che ci sono in diverse città italiane per la scarsità del servizio taxi, in particolare a Roma ed a Milano, con lunghe code alle stazioni e con il rischio concreto di non riuscire a trovare un taxi per compiere il proprio spostamento. Da tempo il problema relativo alle carenze dei servizi taxi si intreccia con le tematiche relative ai “nuovi” servizi come Uber, che cercano faticosamente di farsi strada anche in Italia.

Vediamo intanto le ultime novità sui due fronti.

  • L’Antitrust ha avviato un’attività di verifica nel settore dei taxi a seguito delle criticità riscontrate nelle città di Roma, Milano e Napoli, che stanno causando disservizi agli utenti. Le principali problematiche riguardano i tempi di attesa, l’uso del tassametro, l’accettazione dei pagamenti elettronici e la corretta funzionalità dei Pos. Per condurre l’indagine, il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza ha rivolto numerose richieste di informazioni alle principali società di radiotaxi attive in queste città. Inoltre, l’Antitrust ha inviato richieste di informazioni direttamente ai Comuni di Roma, Milano e Napoli e alle principali piattaforme per la prenotazione dei taxi. L’obiettivo dell’indagine è fare chiarezza sul sistema delle licenze a numero chiuso, che sembra ostacolare la sana concorrenza e impedire l’ingresso di nuovi operatori nel mercato. In base alle informazioni raccolte, l’Antitrust valuterà eventuali iniziative a tutela del mercato e dei consumatori.
  • In secondo luogo, il governo italiano ha proposto l’introduzione di licenze aggiuntive provvisorie per i taxi, al fine di affrontare i picchi di domanda legati a grandi eventi o flussi turistici superiori alla media stagionale. Queste licenze aggiuntive sarebbero rilasciate ai titolari di licenze esistenti. Inoltre, il governo prevede di offrire agevolazioni maggiorate per l’acquisto di vetture elettriche o ibride destinate alle nuove licenze o a chi intende sostituire il proprio taxi.
  • Sul fronte Uber, c’è la notizia che Uber Green è stato lanciato a Milano il 22 giugno 2023, facendo del capoluogo lombardo la prima città italiana a offrire questo servizio. Il servizio permette agli utenti dell’app Uber di viaggiare su veicoli completamente elettrici. Inizialmente, la flotta di Uber Green era composta da circa 50 vetture che operavano principalmente nell’Area C di Milano. La tariffa di Uber Green è simile a quella di Uber Black, ma maggiorata di 1 euro.

Cerchiamo di capirne di più.

Differenze tra i servizi di taxi, NCC ed Uber.

In Italia, i servizi di taxi, NCC (Noleggio Con Conducente) e Uber presentano diverse caratteristiche e regolamentazioni.

  • I taxi in Italia sono un mezzo di trasporto pubblico non di linea, regolato dalla legge 21 del 1991. Essi sono disponibili su strada e possono essere prenotati tramite servizi telefonici o telematici. Le tariffe sono determinate amministrativamente dagli organi competenti e i veicoli devono essere muniti di tassametro omologato. Le autovetture adibite al servizio di taxi devono rispettare specifiche caratteristiche, come la capacità omologata del porta bagagli di almeno 300 litri.
  • Il servizio NCC è un servizio pubblico non di linea, regolamentato dalla Legge 21 del 1992. A differenza dei taxi, il servizio NCC deve essere svolto esclusivamente a seguito di prenotazione. Per operare come conducente NCC, è necessario possedere un’autorizzazione rilasciata da un Comune italiano. I veicoli NCC possono circolare su tutto il territorio nazionale e internazionale. Per ottenere la licenza NCC, è necessario presentare una domanda al Comune di residenza o all’ente locale competente, dimostrare idoneità morale e professionale e aver concluso gli obblighi scolastici.
  • Uber è una piattaforma che permette di prenotare un’auto con conducente tramite un’applicazione. In Italia, Uber opera in una versione specifica e più costosa rispetto ad altri Paesi a causa di controversie legali. Gli autisti Uber in Italia devono possedere la Licenza Taxi (se tassisti), la Patente di Guida, il Certificato di Abilitazione Professionale (CAP) e essere iscritti al Ruolo. Il pagamento avviene sempre in modo digitale attraverso l’applicazione, e il costo del viaggio è stabilito a priori.

Dal punto di vista trasportistico, sono servizi che consentono alle persone di fare spostamenti senza dover utilizzare un’auto propria, e si pongono in modo concorrente, e soprattutto complementare, rispetto ai servizi di trasporto pubblico. Costituiscono quindi una componente fondamentale di un sistema di trasporto, e la necessità, lato utente, è che siano sempre disponibili. Ad oggi, i taxi sono più adatti per spostamenti non pianificati e brevi tratte circoscritte al territorio comunale, mentre il servizio NCC offre maggiore flessibilità e personalizzazione del servizio, adatto per occasioni speciali, trasferimenti da/per aeroporti, stazioni ferroviarie e porti. Uber, invece, rappresenta (ove presente) un’alternativa ad entrambi i servizi basata sull’utilizzo di un’applicazione per prenotare un’auto con conducente, con un sistema di pagamento digitale e costi stabiliti a priori.

Da cosa nascono i conflitti tra i servizi di taxi, NCC e Uber?

In Italia, i conflitti tra i servizi di taxi, NCC (Noleggio Con Conducente) e Uber riguardano principalmente la concorrenza, la regolamentazione e le tariffe. Ogni servizio ha le proprie preoccupazioni e interessi, che possono entrare in conflitto con gli altri.

  • I tassisti italiani hanno espresso preoccupazioni riguardo alla concorrenza sleale da parte di Uber e delle piattaforme simili. Essi sostengono che Uber viola le leggi e i regolamenti sui taxi, operando senza le necessarie licenze e autorizzazioni. Inoltre, i tassisti si sono opposti alla liberalizzazione del mercato che consentirebbe a NCC e Uber di operare senza limitazioni, temendo una svalutazione delle loro licenze (che sono regolate, va detto, da una normativa ormai vetusta). Hanno organizzato proteste e scioperi in diverse città italiane per esprimere le loro preoccupazioni e richiedere un intervento normativo.
  • Gli operatori NCC si trovano in una posizione intermedia tra i taxi e Uber. Essi offrono tipicamente un servizio più flessibile e personalizzato rispetto a quello dei taxi, e spesso operano su servizi ripetitivi (es. navette aziendali) o su prenotazione. Lamentano la presenza di vincoli normativi che li obbligano a rientrare in autorimessa al termine di ogni servizio, cosa che impedisce loro di “prendere chiamate al volo”, come invece possono fare tassisti e conducenti di Uber.
  • Uber è stata al centro di controversie legali in Italia, con sentenze che ne hanno limitato l’operatività nel Paese. La piattaforma è stata accusata di concorrenza sleale nei confronti dei tassisti e di violazione delle leggi e regolamenti locali. Uber ha cercato di adattarsi alle normative italiane, collaborando esclusivamente con autisti professionali (come quelli degli operatori NCC), ma continua a ricevere critiche e opposizioni da parte dei tassisti, che la vedono come una concorrente.

In conclusione, i conflitti tra taxi, NCC e Uber in Italia riguardano principalmente questioni di concorrenza, regolamentazione e tariffe. Ogni servizio ha interessi diversi e si scontra con gli altri per difendere la propria posizione nel mercato dei trasporti.

Le linee guida dell’Autorità di regolazione dei trasporti.

È utile considerare anche le Linee guida in materia di adeguamento del servizio taxi per Regioni ed Enti Locali, emanate nel 2022 dall’Autorità di regolazione dei trasporti. Questo documento si articola in sei parti, ognuna delle quali affronta un aspetto specifico dell’adeguamento del servizio taxi, come previsto dall’art. 37, comma 2, lettera m), del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 (d.l. 201/2011).

  • Contingente: Si riferisce ai principi riguardanti il numero di taxi e la loro distribuzione per soddisfare la domanda.
  • Organizzazione del servizio: Questa sezione copre l’organizzazione del servizio taxi, inclusi i metodi di chiamata e come i servizi di intermediazione tra domanda e offerta vengono gestiti.
  • Tariffe: Tratta dei principi che riguardano la strutturazione delle tariffe dei taxi.
  • Qualità del servizio: Si focalizza sui criteri per assicurare che il servizio taxi sia di alta qualità.
  • Dati e Indicatori: Descrive i dati e gli indicatori che possono essere utili per monitorare il servizio taxi.
  • Indagine periodica dell’Autorità: L’ultima parte è dedicata a come le autorità condurranno indagini periodiche per valutare il servizio.

Le Linee guida si concentrano specificamente sul servizio di trasporto pubblico non di linea attraverso taxi e tengono conto della relazione tra il servizio taxi e altri servizi di trasporto pubblico locale. La metodologia si basa su un’analisi economica del mercato dei trasporti non di linea, considerando le differenze tra servizi soggetti a obblighi di servizio pubblico e quelli che non lo sono. Dal punto di vista soggettivo, le Linee guida sono indirizzate ai Comuni e alle Regioni in quanto soggetti competenti in materia e influenzano gli operatori dei servizi taxi e i titolari di piattaforme di intermediazione. Per quanto riguarda l’ambito temporale, le Linee guida forniscono indicazioni che sono applicabili dal momento della loro adozione da parte dell’Autorità.

È importante notare che le Linee guida non impongono una modifica immediata, ma piuttosto forniscono gli strumenti per monitorare l’adeguatezza dell’offerta nel tempo e identificare le soluzioni appropriate da implementare. Resta il fatto che è necessario intervenire per aumentare in tutte le città il numero delle licenze, visti i notevoli disagi a cui i cittadini sono sottoposti nel momento in cui capita loro di non poter usufruire di un servizio sul quale contano (sono numerosi i casi di persone in coda per ore, o lasciate letteralmente a piedi, specie in luoghi scomodi ed in orario serale o notturno). E che è, peraltro, un servizio pubblico.

Cosa dovrebbero fare le istituzioni?

A mio parere, le istituzioni (dai vari Ministeri interessati fino ai Comuni) dovrebbero avere a cuore sia il garantire ai cittadini la disponibilità continuativa dei servizi di taxi, NCC e Uber senza limitazioni temporali o geografiche, che l’assicurare l’accesso al mercato a chi è qualificato per farlo. E dovrebbero quindi far evolvere leggi e normative in modo da perseguire quanto segue.

  1. Regolamentazione chiara e omogenea: stabilire norme chiare e coerenti per tutti i servizi di trasporto su strada, tenendo conto delle specificità di ciascun servizio e garantendo condizioni di concorrenza leale.
  2. Liberalizzazione controllata: favorire l’apertura del mercato dei trasporti, permettendo a nuovi operatori di entrare nel settore, purché rispettino i requisiti di qualificazione e le normative vigenti.
  3. Tariffe e tassazioni adeguate: stabilire tariffe e tassazioni che garantiscano la sostenibilità economica dei servizi, la remunerazione adeguata degli operatori e l’accessibilità per i cittadini. Le tariffe dovrebbero essere determinate in base ai costi diretti efficienti, ovvero i costi direttamente legati alla prestazione del servizio.
  4. Qualità e sicurezza dei servizi: promuovere la qualità e la sicurezza dei servizi di trasporto attraverso la definizione di standard minimi e il monitoraggio delle performance degli operatori.
  5. Partecipazione dei cittadini: coinvolgere i cittadini nella valutazione e nel miglioramento dei servizi di trasporto, attraverso sistemi di monitoraggio e meccanismi di reclamo e suggerimento.
  6. Cooperazione tra i diversi servizi: incoraggiare la cooperazione tra taxi, NCC e Uber, ad esempio attraverso l’integrazione delle piattaforme di prenotazione e la condivisione delle risorse.
  7. Sostegno alle infrastrutture e ai servizi di trasporto: garantire un adeguato finanziamento delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, attraverso investimenti pubblici e incentivi fiscali.

In sintesi, le istituzioni dovrebbero adottare un approccio equilibrato che garantisca la disponibilità dei servizi di trasporto su strada, l’accesso al mercato per gli operatori qualificati e la regolamentazione adeguata delle tariffe e delle tassazioni. Questo permetterebbe di assicurare un servizio efficiente, sicuro e sostenibile per i cittadini, e di promuovere la concorrenza leale tra i diversi operatori del settore.

Con un po’ di criterio, buonsenso e (soprattutto) competenza in materia, la questione sarebbe gestibile e potrebbe portare ad ottimi risultati. Ma, per arrivarci, è opportuno ascoltare alla pari tutte le parti interessate e definire la soluzione basandosi su misure ragionate in base alla competenza tecnica nel settore della mobilità urbana, e non invece sulla base degli esiti attesi in termini di peso elettorale guadagnato o perso.