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La sicurezza stradale per bambini e ragazzi: come ridurre il rischio di incidenti

Per ridurre il rischio stradale di bambini e ragazzi occorre lavorare su più fronti: educazione stradale a scuola (fatta bene!), rinforzo delle regole, utilizzo dei dispositivi di sicurezza, interventi di moderazione del traffico nei dintorni delle scuole.
Ecco alcuni esempi.


Secondo voi quale è la prima causa di morte per bambini e ragazzi? Risposta facile: gli incidenti stradali.

Può trattarsi di ragazzi che corrono in auto portati dai loro amici neopatentati, adolescenti spericolati su scooter o biciclette, bambini investiti mentre attraversano la strada a piedi o bimbi ancora più piccoli non correttamente assicurati sui seggiolini all’interno delle auto.

Lo European Transport Safety Council (ETSC) chiede un’azione rinnovata e obiettivi specifici per proteggere i minori sulla strada, poiché il suo ultimo rapporto ha mostrato che più di 6000 bambini di età inferiore ai 14 anni sono morti tra il 2011 e il 2020 in incidenti stradali nell’Unione europea. L’infografica seguente spiega bene la questione.

ETSC, 2002

La promozione di una mobilità sicura e sostenibile (a piedi ed in bici), affiancata ad un accurato studio dei Piani di Spostamento Casa-Scuola, ad opportuni interventi di moderazione del traffico (soprattutto in prossimità degli ingressi degli istituti scolastici) ed alla promozione del trasporto pubblico, non possono che condurre ad una sensibile riduzione del numero degli incidenti stradali per bambini e ragazzi, soprattutto in ambito urbano.

Per ridurre l’esposizione al rischio stradale di bambini e ragazzi occorre lavorare su più fronti: educazione stradale a scuola (fatta bene!), rinforzo delle regole, utilizzo dei dispositivi di sicurezza, interventi di moderazione del traffico nei dintorni delle scuole (a partire dalle Zone 30). Riporto di seguito alcuni esempi di azioni efficaci e di interessanti iniziative di sensibilizzazione e partecipazione.

Le azioni

Insegnare ai bambini come camminare in sicurezza.

Questo decalogo, predisposto dall’organizzazione “Safe Kids Worldwide” aiuta genitori ed insegnanti a dare le regole fondamentali ai bambini per la loro sicurezza su strada.

  1. Insegnare ai bambini a guardare a sinistra, a destra e ancora a sinistra prima di attraversare la strada. Poi, ricordare loro di continuare a guardare in entrambe le direzioni fino alla fine dell’attraversamento.
  2. Camminare su marciapiedi o percorsi pedonali ed attraversare in corrispondenza degli angoli delle strade, utilizzando segnali stradali e strisce pedonali. Se non ci sono marciapiedi, camminare di fronte al traffico, mettendosi il più possibile a sinistra.
  3. Insegnare ai bambini a stabilire un contatto visivo con i guidatori delle auto prima di attraversare la strada.
  4. I bambini con meno di 10 anni di età hanno bisogno di attraversare la strada con un adulto. Ogni bambino è ovviamente diverso dagli altri, ma occorre considerare che, in generale, i più piccoli non sono in grado di stimare correttamente la velocità e la distanza delle auto in arrivo.
  5. Insegnare i bambini ad essere particolarmente attenti alle auto che fanno manovre di inversione o retromarcia.
  6. Insegnare ai bambini a non correre in strada, soprattutto in mezzo alle auto parcheggiate.
  7. Se i bambini sono fuori di casa ed è buio, insegnare loro ad essere particolarmente vigili ed a farsi vedere dai conducenti (utile allo scopo far indossare loro indumenti chiari o riflettenti).
  8. Insegnare ai bambini (ed ancora di più agli adolescenti) a non usare telefoni, cuffie e dispositivi elettronici vari durante l’attraversamento della strada.
  9. Essere consapevoli che gli altri (pedoni, guidatori, ecc.) possono essere distratti, e dare l’allarme quando si vede qualcuno che è in pericolo.
  10. Se i bambini hanno bisogno di utilizzare un telefono cellulare, insegnare loro a smettere di camminare e mettersi in un luogo sicuro per parlare.

Dalla stessa piattaforma abbiamo inoltre una infografica interattiva molto utile da mostrare ai bambini, per insegnare i comportamenti corretti nel camminare per strada.

La piattaforma citata riporta molte altre risorse, utili ad educatori e genitori. E tanto altro materiale informativo ed educativo è presente sul sito del WHO.

Il Piedibus

Il Piedibus, nato in Danimarca diversi anni fa con lo scopo di promuovere l’esercizio fisico nei bambini, si è ormai diffuso anche in Italia. Il progetto nacque con lo specifico scopo di combattere il crescente fenomeno dell’obesità infantile, ma si è rivelato poi utile anche per promuovere la socializzazione e l’autostima dei bambini e per ridurre il traffico veicolare nei pressi delle scuole. In pratica, i bambini, anziché prendere l’autobus o lo scuolabus, alla “fermata” piedibus si aggregano ad una comitiva guidata da alcuni addetti fino a scuola, e viceversa al ritorno a casa. Il Piedibus è organizzato come un vero autobus, con linee, fermate, orari, autista, controllore e regolamento: “trasporta” i bambini dalla fermata più vicina a casa fino a scuola in modo sicuro, ecologico e salutare. I bambini vengono accompagnati da due responsabili adulti, un “autista” davanti ed un “controllore” che chiude la fila. Il servizio è generalmente garantito negli orari di ingresso alle scuole (es. dalle ore 8,00) attraverso volontari (compresi i genitori degli stessi alunni) e personale comunale. L’organizzazione dei Piedibus è curata da Comuni, ASL, scuole o associazioni.

L’educazione stradale, a scuola e non solo

Come detto, è fondamentale insegnare ai bambini ad essere prudenti ed a comportarsi in modo adeguato quando sono per strada. Esistono ormai numerose tecniche, metodologie e programmi di educazione stradale, diverse per tipologia didattica e per età dei bambini a cui sono destinate.

Ed ancora, è utile segnalare il lavoro fatto in ambito europeo per definire i principi chiave per migliorare la sicurezza del traffico e l’educazione alla mobilità. L’istruzione è una parte essenziale dell’approccio alla sicurezza stradale. I paesi europei si sono impegnati a fornire istruzione sulla sicurezza e la mobilità del traffico, in particolare nelle scuole a tutti i livelli. Tuttavia, l’offerta di tale istruzione differisce ampiamente in Europa, con la maggior parte dei paesi che non rispettano i propri impegni. La relazione stabilisce raccomandazioni sotto forma di principi chiave che dovrebbero essere attuate in tutti i paesi europei, al fine di garantire che tutti – e in particolare i bambini e i giovani – ricevano un’istruzione di sicurezza del traffico e mobilità di alta qualità.

I 17 principi chiave sono accompagnati da esempi di buone pratiche che illustrano come questi principi possono essere applicati nella pratica e sono classificati in cinque gruppi chiave:

  •     Garantire il diritto a ricevere educazione sulla sicurezza e la mobilità del traffico
  •     Coinvolgere e supportare le scuole
  •     Garantire un’istruzione di alta qualità
  •     Facilitare le condizioni quadro
  •     Coinvolgere tutti gli stakeholder rilevanti

I Principi chiave sono principalmente rivolti ai decisori e alle autorità a livello nazionale e locale. Tuttavia, possono anche essere implementati da, e dimostrarsi utili, ad altri attori, come capi di istituto nelle scuole e nelle scuole materne, nonché sviluppatori di materiale educativo.

Il rapporto è pubblicato come parte del LEARN! (Sfruttamento dell’educazione per far progredire la sicurezza stradale ora), a cura del Consiglio europeo per la sicurezza dei trasporti (ETSC), della Fondazione fiamminga per la conoscenza del traffico (VSV) e Fundación MAPFRE, e mira a migliorare la qualità della sicurezza del traffico e l’educazione alla mobilità in Europa. Maggiori informazioni sul progetto sono disponibili su: www.trafficsafetyeducation.eu

Una bella iniziativa da Bologna

A Bologna è stato sottoscritto il protocollo d’intesa per l’avvio del progetto “Ruote ferme, pedoni salvi” ideato dall’AFVS – Associazione Familiari e Vittime della Strada ONLUS. Il progetto, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Giustizia e dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha fatto il suo esordio a Torino nel 2021 ed è stato adottato successivamente anche dalle città di Chieti, Arezzo, Pordenone, Udine ed Oristano.

Gli imputati/indagati/condannati, formati dagli agenti di Polizia locale, svolgeranno il ruolo di “assistenti pedonali” e presidieranno gli attraversamenti pedonali a rischio, in particolare quelli di fronte alle scuole e agli uffici giudiziari, agevolando il transito dei pedoni. Ogni utente sarà equipaggiato con pettorina ad alta visibilità e paletta. L’intento del progetto è sia assicurare una maggiore tutela per gli utenti deboli della strada che rieducare gli utenti sottoposti a misura alternativa che hanno commesso un reato in violazione al Codice della Strada.

Tale attività consentirà loro di interiorizzare la gravità del reato commesso e rafforzare sentimenti di legalità, affermando la cultura del bene pubblico. Il progetto è finanziato dal Fondo Vittime della Strada, istituito dall’associazione, nel quale convergono le donazioni/versamenti nell’ambito della messa alla prova e giustizia riparativa.

I viaggi di istruzione

Aggiungo, infine, una indicazione per i viaggi di istruzione e le gite scolastiche. Con la circolare ministeriale numero 674 del 3 febbraio 2016, diretta a tutti gli uffici periferici e a ogni dirigente scolastico, il Ministero dell’Istruzione (MIUR) ha inviato un documento elaborato dalla Polizia Stradale, nel quale si richiamano gli insegnanti a verificare l’idoneità dell’azienda di trasporto delegata a portare i ragazzi in occasione delle gite di classe (i famosi “viaggi di istruzione”). per le scuole: il consiglio è quello di avvalersi, per le gite di classe, di aziende di trasporto in possesso della certificazione ISO 39001 (inserendolo ad esempio come criterio per le gare), allo scopo di dimostrare l’attenzione dei presidi alla sicurezza stradale di ragazzi e professori.

Concludendo

Si sente infine parlare spesso delle tragedie che avvengono quando i bambini restano schiacciati dalle auto dei loro stessi genitori, che fanno manovra senza accorgersi della presenza dei figli dietro la stessa auto.

Quali sono le cause? La distrazione dei genitori che fanno scendere il figlio dall’auto senza assicurarsi che non stia sopraggiungendo un altro veicolo? La disobbedienza del bambino? La difficoltà per chi guida un SUV di vedere i bambini nei pressi di un asilo a causa della loro bassa statura? Indipendentemente dall’esito dell’accertamento delle responsabilità, queste situazioni non devono verificarsi.

Abbiamo parlato di educazione stradale per i bambini. Ma forse un bel corso obbligatorio di educazione stradale da tenersi nelle scuole materne ed elementari e rivolto ai genitori (!) sarebbe una delle migliori cose da fare! Perché non invitare i ministri competenti (responsabili di istruzione, salute ed infrastrutture) a prendere la cosa in considerazione?