Vai al contenuto

Incidenti stradali sul lavoro ed in itinere: ecco come ridurli.

Gli incidenti stradali costituiscono la prima causa di morte sul lavoro. Il tema, peraltro stranamente poco trattato dal Testo Unico per la Salute e Sicurezza dei Lavoratori (D. Lgs 81/08), è di grande rilevanza, e molte aziende lo stanno finalmente riconoscendo, attraverso iniziative di formazione del personale, adeguamento delle flotte ed implementazione di specifici sistemi…


Premessa

Ho molto parlato del tema in questione con Michele Montresor, tecnico della Prevenzione della Agenzia di Tutela della Salute “Val Padana”. In questo articolo riporto molti dei suoi spunti.

Trattandosi di un fenomeno fortemente multifattoriale e multidisciplinare il rischio è di semplificare e, conseguentemente, essere inefficaci negli interventi. Se poi si considerano gli eventuali investimenti necessari, si toccano nervi scoperti. Un buon punto di partenza è la valutazione specifica dei rischi riguardo ai soggetti esposti (personale che lavora su strada o che si trova in itinere) e la diversificazione degli interventi, prima in base al diverso livello di esposizione e dopo in base alle risorse disponibili.

Oltre alle tante azioni specifiche che possono essere implementate, aventi diverso peso in termini di complessità e costi, possono essere adottate ulteriori iniziative, in funzione dell’ambito territoriale. Ad esempio, in Lombardia, l’adesione alla rete WHP Lombardia permette alle aziende di offrire ai lavoratori interventi di promozione della salute anche nelle aree dell’alimentazione corretta, del contrasto al fumo di tabacco, alcol, droghe, della conciliazione famiglia – lavoro, della promozione all’attività fisica, concorrendo tutte alla riduzione dei fattori di rischio dell’incidentalità stradale. La prospettiva temporale infine dipende sia dalla rilevanza economica dell’intervento scelto che dalla capacità delle aziende di avviare le misure proposte e mantenerle nel tempo.

Indicazioni specifiche per le aziende per la riduzione del rischio stradale.

Michele Montresor, sulla base del progetto esposto e dell’esperienza accumulata, propone un insieme di misure per ridurre il rischio stradale nelle aziende. Queste raccomandazioni sono state raggruppate in tre categorie principali: Uomo, Veicolo e Organizzazione (secondo la chiave di lettura del “sistema guida”).

Componente Uomo: Formazione e Benessere dei Conducenti

  • Interventi nel Campo dell’Autotrasporto: Formazione specifica per gli operatori, con l’adozione di metodologie WHP per favorire comportamenti virtuosi.
  • Aggiornamento della Formazione ex Art. 37 del D.Lgs 81/08: Utilizzo di metodi interattivi come video, esperienze personali e discussioni per affrontare anche il rischio stradale.
  • Sorveglianza Sanitaria Specifica: Monitoraggio dell’alimentazione, dell’uso di alcool e droghe, dello stato di affaticamento e dello stress da lavoro.
  • Intervento di Counseling Breve: Supporto ai lavoratori fumatori per contrastare la dipendenza al fumo, che può diventare un fattore di distrazione alla guida.

Componente Veicolo: Gestione e Manutenzione del Parco Veicoli

  • Adozione di Dispositivi di Sicurezza alla Guida: Utilizzo di dispositivi per evitare il colpo di sonno, specchietti retrovisori panoramici per eliminare i punti ciechi e dispositivi satellitari per il rilevamento delle coordinate GPS.
  • Programmi di Gestione del Parco Veicoli: Implementazione di manutenzione programmata e predittiva, con acquisizione di informazioni sullo stato dei mezzi.
  • Rinnovo dei Veicoli: Basato su criteri di affidabilità e consumo, o sostituzione integrale con servizi in leasing per avere veicoli sempre aggiornati e manutenuti.
  • Verifica dello stato dei veicoli: controllo via web dello stato dei veicoli in merito a revisioni e validità dell’assicurazione (operazioni fattibili inserendo semplicemente il numero di targa nelle pagine web apposite del sito Il portale dell’Automobilista). Segnalo che questa operazione torna molto utile anche in occasione di audit o controlli su un veicolo o su una flotta.

Componente Organizzazione: Procedure e Incentivi

  • Adozione di Sistemi di Comunicazione: Implementazione di sistemi di comunicazione per cellulari con chiamata diretta vocale o divieto d’uso di qualsiasi forma di comunicazione telefonica durante la guida.
  • Audit e Controlli Interni: Verifica dei tempi di guida e delle pause, analisi del cronotachigrafo e registro degli incidenti.
  • Premi e Sanzioni: Implementazione di premi per comportamenti virtuosi e sanzioni per comportamenti non virtuosi.
  • Promozione dell’Uso dei Mezzi Pubblici e della Bicicletta: Incentivazione attraverso sconti su biglietti o abbonamenti e creazione di depositi aziendali per le biciclette.
  • Interventi sulle Infrastrutture Stradali: Partecipazione a progetti per migliorare la sicurezza delle infrastrutture stradali vicino ai luoghi di lavoro.

L’adozione anche parziale di queste misure, attentamente studiate, può portare a significativi benefici in termini di prevenzione e riduzione del rischio stradale.

Focus: la guida dei veicoli per lavoro sotto l’effetto di alcool o droghe.

La normativa italiana prevede specifiche disposizioni per chi guida veicoli su strada per lavoro in relazione all’assunzione di alcol e droghe. In particolare, per alcune categorie di lavoratori, come autisti di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della patente di guida categorie C, D, E, e quelli per i quali è richiesto il certificato di abilitazione per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, è previsto il divieto assoluto di assunzione di sostanze alcoliche durante il lavoro, comprese le pause e prima dell’inizio del turno.

I lavoratori sono inoltre obbligati a sottoporsi a controlli antidroga e alcolici, che possono essere effettuati con cadenza annuale o su richiesta del datore di lavoro in caso di sospetto abuso di alcolici e/o assunzione di stupefacenti. E, in caso di incidente, la polizia stradale deve procedere sempre agli accertamenti preliminari per verificare la presenza di alcol o droghe.

Per quanto riguarda la responsabilità del datore di lavoro, è importante garantire la sicurezza dei lavoratori e prevenire situazioni di rischio legate all’assunzione di alcol e droghe sul luogo di lavoro. Il datore di lavoro deve vigilare sul rispetto del divieto di assunzione di alcol e droghe da parte dei lavoratori e, in caso di inadempimento, può essere ritenuto responsabile sia penalmente che civilmente.

Altre metodologie per la riduzione del rischio stradale

Molte delle realtà che si sono distinte su questo tema a livello internazionale, i cui casi sono efficacemente evidenziati nel progetto “PRAISE” dello European Safety Transport Council, hanno ottenuto risultati importanti lavorando su un sistema di regole interne basato su premi e penalità da applicare ai dipendenti in relazione al loro comportamento alla guida. Tali regole, concordate con gli stessi dipendenti, hanno consentito di migliorare le loro prestazioni in termini di riduzione del rischio, basandosi sui dati raccolti periodicamente (es. multe avute per infrazioni stradali, sinistri occorsi, ecc.) ed utilizzati per l’applicazione delle regole stesse. Anche se tale metodologia è implementabile senza l’utilizzo di particolari tecnologie di bordo, è ovvio che con l’adozione delle moderne piattaforme oggi disponibili si ha la possibilità di ottenere una mole di dati vasta e dettagliata, e di applicare così regole e procedure in modo estremamente accurato ed efficace.

In particolare, attraverso l’uso di uno specifico sistema tecnologico per la raccolta e l’analisi dei dati di guida è possibile definire numerose regole comportamentali e verificarne poi l’osservanza, elaborando analisi sia in modo aggregato che in modo dettagliato con riferimento ai singoli guidatori o alle singole tipologie di veicoli. Inutile dire come la possibilità di disporre di tali dati ed analisi consenta ad RSPP ed HSE manager aziendali di individuare in profondità i possibili comportamenti a rischio e definire le misure di miglioramento più adatte. Un sistema bilanciato di premi e penalità assicura infine l’efficace risposta da parte dei conducenti, che si sentono così parte essi stessi di un reale e concreto processo di miglioramento aziendale in termini di sicurezza e, più in generale, di attenzione al loro benessere lavorativo.

In merito a questo tema è importante evidenziare come in molte situazioni le aziende non attivano iniziative di questo tipo in quanto timorose di compiere delle inadempienze in merito agli obblighi di privacy nei riguardi dei dipendenti. Tale timore è spesso poco fondato, ed occorre valutare bene caso per caso per capire se l’iniziativa è attuabile o meno.

Non è inoltre da trascurare l’importanza di poter disporre di servizi aggiuntivi, come ad esempio una piattaforma di gestione della mobilità aziendale, per la condivisione degli spostamenti tra i dipendenti, per la realizzazione di un vero e proprio car pooling aziendale (sia in occasione di lavoro che in itinere), in grado di ridurre gli spostamenti complessivamente necessari all’operatività aziendale e consentire un importante recupero dei costi. Allo stesso modo, risulta notevole il beneficio offerto dalla possibilità di gestire i veicoli in modo ottimale, con un sistema che consente di gestire la manutenzione dei veicoli secondo programma e, parallelamente, di mettere immediatamente fuori flotta i veicoli che riportano dei problemi.

L’integrazione degli elementi visti offre quindi uno strumento utile non solo ai responsabili aziendali della sicurezza (RSPP ed HSE manager), ma anche ai responsabili della mobilità e degli spostamenti dei dipendenti (mobility manager e fleet manager), nell’ottica di un continuo miglioramento di tutti i processi aziendali.

Per quanto riguarda l’aspetto economico, non va dimenticata una valutazione dei costi delle flotte stesse, eventualmente avvalendosi anche delle piattaforme disponibili on line (come quella statunitense raggiungibile a questo link). Segnalo inoltre ai fleet manager la possibilità di avvalersi di una ottima guida, reperibile a questo link sul sito di edriving.com.

Un consiglio per le istituzioni.

Il tema è particolarmente complesso, ed a Mantova i tre enti promotori dell’iniziativa hanno tentato di dare un contributo proprio in questa direzione: conoscere a fondo il fenomeno per indirizzare verso misure preventive, sia le istituzioni che i privati, condividendo le informazioni in proprio possesso. Proprio perché le risorse sono sempre meno, è fondamentale trovare le priorità di intervento e dedicare le risorse (umane, economiche e strumentali) per azioni preventive efficaci. Ecco alcune direttrici:

  • ASL: sono molto interessanti le esperienze come quelle dei Piani Mirati di Prevenzione (PMP) vissute nel territorio di Monza-Brianza. L’adozione di strategie concordate con le parti sociali sulla base delle risultanze delle osservazioni condotte sui report infortunistici stradali ed in itinere può favorire comportamenti virtuosi delle aziende che partecipano a tali Piani. Inoltre, è utile iniziare ad indagare alcuni eventi infortunistici gravi (sia stradali che in itinere) con analisi che consentano di individuare anche le cause di natura organizzativa, per indagare su fenomeni al momento poco noti. La condivisione di tali indagini sul territorio, almeno su scala regionale, favorirebbe lo sviluppo di avanzamenti nelle terre di mezzo dall’effetto positivo.
  • Province e Comuni: occorre lavorare sulla geolocalizzazione degli eventi, attività che favorisce l’individuazione di “punti neri” (black point) su cui effettuare approfondimenti sulle cause incidentali e, se dimostrata l’incidenza dell’assetto viario, l’adozione di interventi mirati volti a ridurre i fattori di rischio. Tale analisi potrebbe anche favorire la partecipazione della Regione di appartenenza agli interventi da adottare, basati sulla “evidence-based prevention”.
  • INAIL: sulla base delle evidenze scientifiche dei determinanti incidentali potrebbe sviluppare programmi di comunicazione efficace (es. cortometraggi dedicati alla modifica del comportamento umano e della loro modificazione) da rendere disponibili per la formazione di tutti i lavoratori. Sarebbe inoltre molto utile potenziare l’area premiale sulla sicurezza stradale nei bandi ISI e nei moduli OT24.
  • Forze dell’Ordine: dagli studi sono emerse forti criticità in campo agricolo, con numerosi casi di ribaltamento dei trattori. La vigilanza attiva sull’uso delle cinture di sicurezza (e quindi sullo stato del sedile) almeno sulle strade pubbliche, ridurrebbe la forbice comportamentale dei conducenti di tali mezzi, forse anche in campo aperto. Altra attività utile è la presenza delle Forze dell’Ordine all’interno delle scuole con specifici programmi di formazione, accompagnati da personale del pronto soccorso (vedi le positive esperienze pluriennali del Comune di Verona), cosa che rafforzerebbe la base culturale e di consapevolezza di chi poi successivamente si appresterà a prendere la patente.

Conclusioni.

In conclusione, la riduzione del rischio stradale nelle aziende è un obiettivo che richiede un approccio olistico e multidisciplinare. Michele Montresor ha delineato una serie di misure praticabili che spaziano dall’adozione di tecnologie avanzate per la sicurezza alla guida, alla formazione specifica degli operatori, fino all’implementazione di politiche aziendali mirate. Queste azioni, alcune delle quali sono già parte integrante del programma WHP (Workplace Health Promotion), non solo contribuiscono a mitigare i rischi stradali, ma promuovono anche una cultura della sicurezza e del benessere all’interno dell’organizzazione.

È fondamentale che le aziende riconoscano l’importanza di investire in queste iniziative, non solo per adempiere ai requisiti normativi, ma anche per migliorare l’efficienza operativa e la qualità della vita dei propri dipendenti. L’adozione anche parziale di queste misure può portare a significativi benefici in termini di prevenzione e riduzione degli incidenti stradali, con un impatto positivo sia a livello individuale che collettivo. Pertanto, è nell’interesse di ogni azienda, indipendentemente dalla sua dimensione o settore di attività, prendere in seria considerazione queste raccomandazioni per un futuro più sicuro e sostenibile sulle strade.