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Ricarica solare per auto elettriche: il potenziale per un futuro più sostenibile.

Si discute molto se e quando porre un limite alla immatricolazione di auto alimentate a benzina o gasolio.
Molti si preoccupano, e molti altri si attivano. Compresi i costruttori di auto.
E senza neanche attendere il 2035…


Una foto dalla mia finestra

L’auto con il pannello solare integrato nel tetto che vedete nella foto è rimasta in sosta sotto casa mia per alcune ore, durante le quali ha potuto ricaricarsi grazie al sole. Non di tanto: con la tecnologia attuale queste auto possono recuperare in questo modo circa 5-10 km di autonomia al giorno. Ma è comunque un recupero di energia, e questo valore non potrà che aumentare nel tempo grazie al miglioramento tecnologico.

Auto con pannello per la ricarica solare sul tetto

La vista di quell’auto mi ha fatto piacere e mi ha fatto riflettere. Giusto in questi giorni si dibatte sulle decisioni prese in sede europea per non immatricolare più auto a benzina o gasolio a partire dal 2035, per arrivare poi nel tempo ad avere solo mezzi elettrici. Per me, è una giusta decisione.

Ed è peraltro vero che anche le auto elettriche hanno le loro problematiche, relative sia alla produzione delle batterie che a quella della stessa elettricità con cui andranno ricaricate (in aggiunta a quella che si potrà ottenere con i pannelli solari integrati). Elettricità che dovrà provenire il più possibile da fonti prive di carbonio. E non solo per le auto, ma per tutti gli usi, civili e industriali. Non sarà facile, ma non c’è alternativa.

Quanto costa il litio?

Nel 2020 una tonnellata di litio costava meno di 7.000 dollari, nei mesi scorsi il prezzo è decuplicato. Il litio è un elemento abbondante sulla Terra, ma la sua estrazione non è semplice e comporta costi notevoli, sia monetari che ambientali. Estrazione che peraltro risente del contesto geopolitico ed è legata ad equilibri che possono prima o poi rompersi fragorosamente, come vale per tutte le risorse estratte dalla terra (lo stiamo imparando a capire bene a nostre spese in questi mesi complicati).

Tuttavia, l’urgenza di evitare una catastrofe climatica impone di “decarbonizzazione” il nostro modo di viaggiare (ma vale per tutti gli altri nostri processi), con una transizione decisa e veloce verso forme di mobilità a zero emissioni, basate sull’uso di elettricità prodotta da fonti rinnovabili e “conservata” in batterie (per le quali ci serve il litio, appunto) o in forma di idrogeno. E, su tutto questo, siamo appena all’inizio di un percorso difficile e complicato, nel quale dovremmo imparare a fare al meglio tutto quanto sarà necessario. Sempre per restare sul litio, giusto per fare un esempio, occorrerà rendere le batterie più efficienti e facilmente riutilizzabili, e ridurre il più possibile gli impatti legati alla sua estrazione.

L’inerzia degli scorsi anni ci ha messo nella situazione di dover agire ora molto velocemente per rendere efficienti e puliti tutti i nostri processi, e le vicende degli ultimi anni (tra pandemia e guerre) non stanno certo aiutando. Non sarà facile, né “indolore”, ma ce la possiamo fare se ognuno farà la propria parte, dai politici che dovranno prendere le decisioni importanti ed efficaci, ai tecnici che dovranno studiare le soluzioni migliori per ogni tecnologia, fino ad ogni singolo cittadino, che dovrà fare propria questa missione collettiva

Tornando al tema della mobilità: la strada da prendere per rendere più sostenibile il nostro modo di muoverci è chiara da tempo (e, ormai, anche obbligata), nonostante le miopi e scomposte resistenze di una parte – fortunatamente minoritaria – del mondo politico e imprenditoriale. E non passa peraltro solo dall’elettrificazione delle auto, anzi! Vi ricordo infatti che l’energia più pulita (ed economica) è quella non usata. Ed anche per questo motivo, la migliore cosa da fare rimane ottimizzare e limitare il numero degli stessi spostamenti fatti in auto, soprattutto nelle città. A vantaggio non solo della tutela del clima, ma anche della sicurezza delle persone e della qualità della vita degli spazi urbani. È bene che cittadini, tecnici ed amministratori lo ricordino sempre!

Quanta CO2 viene generata dai trasporti?

La risposta è nel grafico che segue: quello dei trasporti è il secondo settore economico, per ordine di importanza, ed il suo contributo è arrivato a toccare il valore di 8 miliardi di tonnellate all’anno!

La scorsa difficile estate sta rendendo drammaticamente evidente il disastro che abbiamo combinato sfruttando tanto (e male!) le risorse del pianeta, e ignorando per decenni le voci degli esperti. Possiamo tornare indietro? Tecnicamente sì, con uno sforzo immediato e globale. Ma è la stessa considerazione che facevamo 20 o 30 anni fa. Solo che ogni anno che passa senza agire tutto diventa più difficile. E costoso. Ma il costo di non far niente è enormemente maggiore, e ce ne stiamo accorgendo.

Dobbiamo agire sia a livello globale che a livello individuale. Nessuno può sentirsi deresponsabilizzato. Non i capi di governi e aziende. Ma neanche ognuno di noi, singoli cittadini: rischieremmo di comportarci da stupidi egoisti. Io studio la mobilità ed i trasporti su strada. Anche in questo settore, come in tutti gli altri, occorre lavorare convintamente per diminuire e azzerare le emissioni.

Si potrà arrivare, speriamo il più presto possibile, ad eliminare del tutto l’uso di combustibili fossili per i trasporti. Elettricità e idrogeno (derivanti da fonti rinnovabili) saranno i vettori energetici usati per veicoli di taglia piccola e media, mentre con i biocarburanti si potranno far muovere i mezzi più grandi e pesanti, per i trasporti a lungo raggio (non solo terrestri). Ma, da subito, nelle città si può dare un enorme contributo alla causa, facilitando le condizioni che favoriscono la mobilità collettiva e quella pedonale e ciclabile, riducendo così di molto il traffico automobilistico (che, ad oggi, è ancora responsabile di una grande quantità di emissioni nocive). Istituzioni, aziende e cittadini lo tengano presente!

A proposito di idrogeno…

Importante passo avanti verso la decarbonizzazione: la European Commission ha approvato la tabella di marcia sulla standardizzazione dell’idrogeno pubblicata dalla European Clean Hydrogen Alliance per sostenere un’economia climaticamente neutra e la diffusione dell’idrogeno nel mercato europeo. La tabella di marcia fornisce una panoramica completa delle sfide e delle esigenze del settore, in particolare sulle difficoltà che si riscontrano nella diffusione delle applicazioni e degli investimenti relativi alle tecnologie legate all’idrogeno.

L’idrogeno, purché prodotto con energia pulita, è uno degli strumenti che ci può aiutare a riconvertire i nostri processi in modo da eliminare del tutto le emissioni di CO2. Nel mondo dei trasporti ci sono molte potenzialità, soprattutto per i mezzi più grandi. Molto bene, quindi, che si spinga in questa direzione!


Per approfondire: