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Non basta avere una patente: l’importanza della formazione “stradale” continua.

L’ASAPS ha rilevato che tra il 2013 e il 2022, quasi 3.000 morti e oltre 53.000 feriti sono stati causati da conducenti senza patente in Italia, nonostante l’introduzione della legge 41/2016. Emerge quindi l’esigenza di sanzioni più severe e di rinnovi frequenti della patente. La guida sicura, ecologica e difensiva. La nuova normativa sulle patenti di guida.


Premessa

L’ASAPS, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, ha pubblicato uno studio che rivela dati preoccupanti: tra il 2013 e il 2022, quasi 3.000 morti (2.967) e oltre 53.000 feriti sono stati causati da conducenti privi di patente sulle strade italiane. Queste statistiche sottolineano un problema crescente, nonostante le misure legislative in vigore. E i dati del 2022, i più negativi del decennio, rappresentano un campanello d’allarme che non può essere ignorato. La legge 41/2016, che ha introdotto l’aggravante della “guida senza patente” in casi di omicidio e lesioni stradali, sembra non aver frenato adeguatamente questo fenomeno. Attualmente, le sanzioni per la “guida senza patente” variano da 5.100 a 30.599 euro, con fermo amministrativo del veicolo per tre mesi. Emerge la necessità di considerare misure più efficaci.

Innanzitutto, mi piacerebbe vedere controlli e sanzioni più frequenti e severi con riferimento alla guida senza patente. E poi, più in generale, sono fermamente convinto che sia necessario anche migliorare le regole di rinnovo delle patenti (inclusa la categoria B, quella dei “guidatori comuni”), con periodi di rinnovo più frequenti, corso di aggiornamento obbligatorio e superamento di relativo esame. Non può assolutamente bastare un solo esame di guida (teorico e pratico), fatto una sola volta nella vita e ormai remoto negli anni per la maggior parte di chi guida su strada. Tantopiù considerando le continue novità a livello di veicoli, regole e strade.

E infine, oltre a potenziare formazione, controlli e sanzioni, occorre promuovere un impegno collettivo per affrontare il problema, con una strategia che punti a un rafforzamento complessivo della cultura della sicurezza stradale. Lo dico al Ministero ed a tutti gli Enti competenti!

Regole per i neopatentati

È di qualche mese fa la notizia di una proposta di legge, presentata da alcuni parlamentari italiani, che prevede il divieto per giovani e neopatentati di trasportare passeggeri in auto durante la notte, con l’obiettivo di ridurre il numero di incidenti stradali. Secondo la proposta, i neopatentati dovrebbero rispettare il divieto per i primi 12 mesi dalla data di rilascio della patente, mentre i giovani di età compresa tra i 18 ed i 24 anni dovrebbero rispettarlo per i primi 24 mesi.

Secondo me, limitare il numero di passeggeri di un’auto guidata da un neopatentato per ridurre le vittime degli incidenti può avere un senso, ma guarda al problema con un punto di vista limitato. Non interviene su nessuna delle componenti del “sistema guida” (conducente, veicolo, strada) all’interno delle quali si annidano i rischi di incidente. Punta cioè a ridurre la gravità di un incidente (in termini di numero di persone coinvolte), ma non la probabilità di accadimento dello stesso. E chi si occupa di valutazione del rischio sa che occorre sempre lavorare per ridurre sia la probabilità che la gravità dell’incidente. La misura è peraltro una delle tante suggerite dallo European Transport Safety Council (ETSC), nel rapporto finale del progetto YEARS. Una delle tante! Ce ne sono diverse, su aspetti di legislazione, di formazione, di normativa sulle patenti e di dotazioni sui veicoli. E, a mio parere, una proposta di legge efficace dovrebbe affrontare tutti (!) gli aspetti indicati nel rapporto in questione.

Sappiamo bene, ad esempio, che dopo la Scuola Guida non è richiesto per legge alcun aggiornamento della formazione o dell’addestramento alla guida per i conducenti “non professionali”. In questa categoria rientrano tuttavia moltissime persone, che guidano magari per un gran numero di ore ogni settimana per motivi di lavoro. Ecco, dunque, che questo mancato aggiornamento, sia riferito al Codice della Strada che alla capacità di guida, può diventare un serio problema di sicurezza, propria e altrui. Anche perché, come ricordo spesso, il conducente è uno degli elementi fondamentali del “sistema guida”, e quando non “funziona” a dovere si rischia sul serio di incorrere in un incidente.

Perché occorre mantenere aggiornata la “formazione” di ciascuno rispetto alla guida dei veicoli?

Il contesto è naturalmente quello della vita di tutti i giorni, in cui chiunque di noi si muova su strada incontra ogni giorno, intorno a sé, veicoli guidati da altri guidatori, differenti gli uni dagli altri. Persone diverse per età, esperienza, carattere ed attitudine alla guida. E magari alcune mosse da fretta, altre distratte da un telefono, altre ancora stanche e con i riflessi non pronti, e così via. Ed ogni persona con il suo livello, alto, basso o nullo, di preparazione rispetto alle situazioni che si incontrano in strada. Gli imprevisti quindi possono essere innumerevoli, ed è importante essere preparati. Anche e soprattutto se si guida in occasione di lavoro. Aggiungo peraltro che, nella mia esperienza professionale, ho incontrato pochissime organizzazioni che hanno posto la giusta attenzione sull’importanza della formazione alla guida del proprio personale che si muove per lavoro.

A mio parere, per quanto detto, diventa quantomeno opportuno, se non necessario, mantenere adeguato negli anni il livello della formazione e dell’addestramento rispetto alla guida, magari acquisendo anche elementi e tecniche che rientrano negli ambiti oggi conosciuti come “guida ecologica”, “guida sicura” o “guida difensiva”. In merito a questo, provo a darvi qualche elemento chiarificatore.

La guida sicura, ecologica e difensiva si basa su tre principi fondamentali: la sicurezza stradale, il rispetto dell’ambiente e l’anticipazione delle situazioni pericolose. Ecco gli aspetti chiave di ciascun principio:

  1. Guida sicura: la guida sicura si concentra sulla prevenzione degli incidenti e sulla riduzione dei rischi stradali. Ciò include il mantenimento delle distanze di sicurezza, l’osservanza dei limiti di velocità e l’attenzione costante alle condizioni della strada e agli altri utenti.
  2. Guida ecologica: anche conosciuta come eco-driving, la guida ecologica si basa su tecniche di guida che riducono il consumo di carburante e le emissioni di gas serra. Alcuni esempi di pratiche di guida ecologica includono il mantenimento di una velocità costante, l’anticipazione del flusso del traffico e lo spegnimento del motore durante le soste prolungate.
  3. Guida difensiva: la guida difensiva va oltre le regole della strada e le tecniche di guida di base, concentrandosi sull’anticipazione delle situazioni pericolose e sulla prevenzione degli incidenti causati da condizioni avverse o errori altrui. Questo tipo di guida implica l’adozione di una serie di regole generali e tecniche specifiche per ridurre al minimo il rischio di incidenti.

Apprendere questa “filosofia” di guida e farla propria significa ridurre ed eliminare numerose situazioni di pericolo e di incidente. E i benefici sono rilevanti anche con riferimento al traffico presente nelle aree urbane, come è evidente pensando ad una circolazione caratterizzata da stili di guida più fluida, caratterizzati dall’evitare bruschi cambi di velocità. In tali situazioni il conducente è molto meno stressato, e quindi più concentrato e più attento.

Come sarà la nuova normativa sulle patenti di guida

La Commissione Europea ha proposto una serie di aggiornamenti riguardo le norme sulle patenti di guida, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale e facilitare la cooperazione transfrontaliera tra gli Stati membri. Di seguito riassumo i principali argomenti di interesse:

  1. Revisione delle norme sulle patenti di guida: la proposta prevede una revisione di ampia portata delle norme dell’Unione in materia di patenti di guida, che costituisce la terza revisione di tali norme. Tra le misure proposte, vi è un periodo di prova di almeno due anni per i neopatentati e l’introduzione di un programma di guida accompagnata per i giovani a partire dai 17 anni.
  2. Introduzione della patente di guida digitale: la Commissione propone l’introduzione di una patente di guida digitale valida in tutta l’UE, con la possibilità di sostenere l’esame già a partire dai 17 anni e guidare dai 18 in poi.
  3. Cooperazione transfrontaliera: la proposta mira a migliorare la cooperazione tra Stati membri nelle indagini sulle infrazioni, consentendo alle autorità di contrasto di accedere ai registri nazionali delle patenti di guida e rafforzando il ruolo dei punti di contatto nazionali.
  4. Miglioramento della sicurezza stradale: l’obiettivo principale delle nuove norme è il miglioramento della sicurezza stradale, con l’intento di azzerare i morti sulle strade entro il 2050. Le proposte prevedono esami di abilitazione più focalizzati sui rischi e un periodo di prova di due anni per i neopatentati con un conducente accompagnatore a bordo.
  5. Tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza: la Commissione propone una tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza, con l’obiettivo di ridurre ulteriormente il numero di incidenti stradali e migliorare la sicurezza sulle strade.

Cosa fare?

L’importanza di essere consapevoli di cosa si fa al volante è il fondamento su cui si basa la sicurezza stradale. Consapevolezza dei propri limiti e delle proprie capacità, consapevolezza ambientale e consapevolezza di guidare un veicolo che può essere pericoloso come un’arma.

Come arrivarci? Sicuramente investendo con decisione nella formazione e nell’addestramento, a partire dai giovani, e senza però fermarsi al momento di ottenimento della patente. Anche chi già è patentato dovrebbe cercare di perseguire, negli anni, un aggiornamento efficace della formazione alla guida. E questo vale anche, e soprattutto, per le situazioni di guida in occasione di lavoro.

In ogni caso, pur in assenza di specifiche disposizioni di legge, il mio invito, rivolto sia ai privati che ai responsabili della sicurezza delle varie organizzazioni, è quello di investire seriamente nell’aggiornamento e nella formazione alla guida anche in età adulta e per i conducenti “non professionali”.

La sicurezza di tutti non potrà che beneficiarne.