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I dati e le statistiche sugli incidenti stradali in Italia (da ACI-ISTAT), in Europa e nel mondo.

Nel 2022, in Italia, abbiamo avuto 3.159 morti e circa 223mila feriti in incidenti stradali. Cioè, ogni giorno, 8-9 morti e 600 feriti. Sia a livello nazionale che a livello europeo e mondiale c’è un andamento in miglioramento, ma troppo lento rispetto agli obiettivi di lungo periodo.


Le stime preliminari sul 2023

Le stime ACI-ISTAT relative ai primi sei mesi del 2023 sugli incidenti stradali mostrano numeri che, in termini di morti e feriti, scendono davvero di poco (1-2%) rispetto all’anno precedente. E confermano quindi i dubbi (miei e di tante altre persone) sulla realizzabilità dell’obiettivo che abbiamo per il 2030, che è dimezzare il numero di morti in incidenti stradali rispetto all’anno di riferimento (il 2019). Per raggiungere l’obiettivo, occorrerebbe registrare, da qui in avanti, una riduzione del numero di vittime almeno dell’8% anno per anno, ma l’esperienza passata ci dice che questo non si è mai verificato (a parte negli anni del Covid, che però chiaramente non fanno testo).

Sul 2023 abbiamo per ora solo delle stime; gli ultimi dati ufficiali fanno riferimento al 2022.

I dati ufficiali relativi all’anno 2022.

Nel corso del 2022, si sono registrati 165.889 incidenti con danni alle persone, con 3.159 morti e 223.475 feriti. Tutti questi valori sono in deciso aumento rispetto al 2020 ed al 2021, anni in cui però la mobilità delle persone è stata limitata a causa delle giuste misure anti-Covid. Il vero confronto va quindi fatto con il 2019. E siamo all’incirca sugli stessi numeri.

Vi aiuto a contestualizzare i dati.

Consideriamo innanzitutto che, a partire dal 2000, ogni Paese dell’Unione Europea si è dato l’obiettivo di dimezzare ogni dieci anni il numero dei morti in incidente stradale (obiettivo, secondo me, fin troppo modesto). Vediamo comunque com’è andata fin qui.

  • Anni 2001-2010. Si è avuta una diminuzione costante e decisa anno dopo anno, sia in Italia che a livello europeo, che ha portato ad una diminuzione dei morti, nel decennio, di circa il 40-45%. Non, quindi, il 50% che si aveva come obiettivo, ma è stato comunque un buon risultato.
  • Anni 2011-2019. In questo caso la diminuzione è stata più modesta, del 22-23% circa sia per l’Italia che a livello europeo. Occorre precisare che l’anno preso come riferimento del termine del decennio è il 2019, in quanto i dati del 2020 e del 2021 sono poco significativi (per via delle già citate misure anti-Covid).
  • Anni 2022-2030. Abbiamo ora l’obiettivo di arrivare al 2030 con una diminuzione del 50% rispetto all’ultimo anno del periodo precedente (fissando il riferimento, come detto, al 2019). Ad oggi però, come ho già anticipato, non si vedono per l’Italia grandi segnali di diminuzione del numero dei morti. A differenza di quanto accade invece a livello europeo, dove si riscontra una evidente diminuzione delle vittime. Ci torniamo tra un attimo.

Rilevazione ed analisi dei dati.

Oltre ai numeri su incidenti, morti e feriti, ci sono molti altri dati che vengono raccolti ed analizzati, ed aiutano gli studiosi a comprendere meglio il fenomeno. Per ogni incidente con danni alle persone, le Forze dell’Ordine, come la Polizia Stradale, i Carabinieri, la Polizia Provinciale e la Polizia Locale, sono tenute infatti a compilare un modulo (si chiama “ISTAT CTT/INC”) che prevede la raccolta di varie informazioni. Se siete curiosi di saperne di più sulla raccolta dati, andate a questo link (mentre invece trovate qui i “microdati” ad uso pubblico).

Aggiungo, per gli addetti ai lavori, i riferimenti ufficiali da usare per il reperimento dei dati (in caso vi occorrano dati di dettaglio per studi ed analisi di incidentalità) ed il link all’archivio nazionale dei numeri civici (utile per i Comuni: è bene che istruiscano infatti per bene la Polizia locale ed i propri operatori per registrare come si deve le localizzazioni degli incidenti):

E aggiungo anche un’altra precisazione, che può sembrare banale ma che è importante per chi analizza i dati. Come riportato da ISTAT nella sua Nota Metodologica, “le norme internazionali (Eurostat, OCSE, ECE, ecc.), cui il nostro Paese si adegua, definiscono l’incidente stradale come “quell’evento in cui è coinvolto almeno un veicolo in circolazione sulla rete stradale e che comporti danni alle persone. Rientrano pertanto nel campo di osservazione tutti gli incidenti stradali verificatisi nelle vie o piazze aperte alla pubblica circolazione, nei quali risultano coinvolti veicoli fermi o in movimento e dai quali siano derivate lesioni a persone. Sono esclusi dalla rilevazione i sinistri da cui non sono derivate lesioni alle persone, quelli che non si sono verificati nelle aree aperte alla pubblica circolazione, e i sinistri in cui non risultano coinvolti veicoli.” Quindi, per capirci, in questi numeri non rientrano i tanti incidenti che avvengono senza ferimento o morte di nessuno.

I dati sugli incidenti stradali in Europa.

Vediamo anche i dati europei, partendo dal grafico dello European Road Safety Observatory.

Il grafico riporta l’andamento dei morti per incidente stradale sulle strade europee, a partire dal 2001. Come vedete, c’è stata una certa diminuzione (da 51.400 morti nel 2001 a 20.400 nel 2023), ma mai sufficiente a centrare finora l’obiettivo di dimezzare ogni dieci anni il numero dei morti. L’obiettivo che abbiamo ora è di non superare il numero di 11.400 vittime nel 2030, ma a giudicare dalla tendenza non sarà facile centrarlo neanche questa volta.

Per fare il confronto tra i singoli Paesi occorre rapportare, per ogni Paese, il numero annuo di vittime in incidenti stradali rispetto alla popolazione. Questo valore viene espresso in numero di morti per milione di abitanti.

Ho recuperato i dati dalla fonte statistica ufficiale europea (CARE – Community Road Accident Database), ed ho preparato un grafico mettendo, per ogni anno, i valori massimo e minimo registrati in quell’anno in Europa, il valore medio europeo ed infine il valore italiano.

L’andamento di questi valori mostra che quello italiano è stato, per molti anni, molto vicino a quello medio europeo, ma negli ultimi anni si osserva, per noi, un peggioramento. In particolare, nell’UE27 il livello medio di mortalità stradale nel 2022 è stato di 46 morti per milione di abitanti, mentre in Italia nello stesso anno abbiamo avuto 54 morti per milione di abitanti (e le stime preliminari per il 2023 riportano 52 morti/milione).

I dati sugli incidenti stradali nel mondo.

Anche a livello mondiale, come stabilito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (A/RES/74/299), abbiamo l’obiettivo ambizioso di dimezzare il numero globale di morti e feriti derivanti da incidenti stradali entro il 2030. E per quanto riguarda il decennio passato, a livello di numero di morti in incidenti stradali si osserva un miglioramento, ma anche in questo caso molto lento, secondo quanto pubblicato nel Global status report on road safety 2023 della WHO

Ecco i risultati principali del report.

  • Ogni anno muoiono circa 1,19 milioni di persone a causa di incidenti stradali.
  • Gli incidenti stradali sono la principale causa di morte per bambini e giovani adulti di età compresa tra 5 e 29 anni.
  • Il 92% delle vittime mondiali sulle strade si verifica nei paesi a basso e medio reddito, anche se questi paesi possiedono circa il 60% dei veicoli di tutto il mondo.
  • Più della metà di tutti i decessi dovuti a incidenti stradali riguardano utenti stradali vulnerabili, inclusi pedoni, ciclisti e motociclisti.
  • Gli incidenti stradali costano alla maggior parte dei paesi il 3% del loro prodotto interno lordo.

Qui un ottimo grafico interattivo riferito alle morti su strada nel mondo, elaborato da Our World in Data, su fonte WHO (esistono statistiche anche prodotte su fonte IHME, che tuttavia ho trovato meno precise). Buon riferimento per fare un po’ di confronti, anche se non aggiornato all’ultimo anno.

L’importanza dell’analisi dei dati per i Comuni e gli enti gestori di reti stradali.

La gestione, la comprensione e l’interpretazione dei dati relativi alla sicurezza stradale possono fornire indicazioni preziose per la pianificazione di strategie efficaci, la riduzione degli incidenti e l’ottimizzazione della mobilità urbana. In questo contesto, anche noi di Trafficlab cerchiamo di dare il nostro contributo, nello specifico concedendo a Comuni ed enti gestori di reti stradali l’uso del modulo Safety Manager della nostra piattaforma cloud Wetraffic. Per chi fosse interessato, aggiungo che questo modulo è concepito per fornire una visione completa, georeferenziata e dettagliata dei dati storici relativi a incidenti e postazioni di traffico. Visualizzando gli incidenti su una mappa cartografica e fornendo un profilo dettagliato per ciascuno di essi, il modulo consente ai responsabili di avere un quadro chiaro e delle condizioni stradali della rete interessata. Permette, inoltre, di applicare filtri in base a diverse variabili, come le condizioni temporali e spaziali, la natura dell’incidente, e altre ancora, per esaminare il numero di incidenti che rientrano nelle specifiche caratteristiche selezionate. Questa capacità di analisi avanzata rende possibile un’indagine dettagliata e personalizzata, permettendo di identificare con precisione le aree di maggiore rischio e le tendenze emergenti.

Wetraffic – modulo Safety Manager

Conclusioni.

Il mio auspicio è che, con il contributo di tutti (governi, istituzioni, aziende e cittadini) si riesca a far scendere in modo sempre più deciso il numero di vittime degli incidenti stradali. E ricordo sempre a tutti il grave problema economico direttamente connesso: il costo sociale annuo degli incidenti stradali è di diversi miliardi di euro! Ognuno di noi può fare molto per questo, semplicemente ponendo più attenzione in strada e preoccupandosi anche della sicurezza di tutte le altre persone che si incontrano, che siano a piedi o su qualsiasi tipo di veicolo.

Da parte mia, come detto, cerco di perseguire l’obiettivo anche a livello professionale nel gruppo di Trafficlab, lavorando sul tema con le città e con enti gestori di strade ed autostrade. Da parte degli organi nazionali di governo, sarebbe bene invece vedere interventi mirati sulle principali cause degli incidenti, tutte di natura comportamentale (distrazione, eccesso di velocità, mancato rispetto della precedenza). E osservo che, purtroppo, le proposte di modifica al Codice della Strada di queste settimane vanno nella direzione sbagliata.

Concludendo, osservo che i progressi fatti negli ultimi decenni (a livello di miglioramento delle strade, dei veicoli e delle misure di controllo) hanno certamente portato nel complesso a buoni risultati. Ma, evidentemente, la strada verso l’eliminazione delle vittime dovute agli incidenti stradali è ancora molto lunga.